Nostro figlio ha 9 anni e pratica il tennis da 3. Ha deciso di iscriversi al suo primo torneo da bambino più grande. Ne abbiamo parlato a lungo tra noi genitori e poi gli abbiamo concesso il permesso.
Gli abbiamo spiegato che lo spirito che io e il padre abbiamo dello sport e un po' della vita in generale si centra sul concetto di “mettere impegno” nelle cose che si fanno, accettando la sconfitta che ne potrebbe derivare. Ciò che conta è dirsi “io ce l'ho messa tutta”.
Mi sembra che abbia compreso tutto questo. Però, ora che si avvicina il grande giorno del torneo, comincia a dire che si sente molto agitato. Sa che a me e al padre non importa se vince o perde, che vogliamo che si impegni e si diverta, ma ciò nonostante gli è venuta ansia e alla sera fa fatica ad addormentarsi.
Come possiamo aiutarlo in questi momenti in cui dice di essere agitato? Accade anche a scuola quando fa qualche verifica. Vorrei trasmettergli sicurezza, fargli capire che nella vita non si deve essere infallibili, insegnargli a gestire queste “nuove” emozioni non più da bambino. Ma come si fa?
LUIS
Risposta di Alberto Pellai
– Cara Luisa, il tema dell’ansia oggi è epidemico e pervasivo e ormai arriva anche nella vita dei più piccoli. Anche se noi genitori non siamo così concentrati sul risultato e diamo valore al percorso, come scrivi anche tu, Luisa, dentro di loro entra, quasi senza che nessuno se ne accorga e lo voglia, la percezione che ogni prova deve essere superata sempre al massimo.
Così ci si trova a soffrire di ansia performativa, anche se si è alla scuola primaria. Spiega al tuo bambino che, prima di una prova, essere agitati è naturale. L’ansia fi siologica non va contrastata perché il nostro cervello la produce a scopo positivo: funziona come l’arco che si tende per scagliare bene le frecce. Però questa tensione diventa un problema se l’agitazione ci toglie la bellezza e la passione per ciò che facciamo.
Se trasforma una cosa bella e che desideriamo fare in una cosa brutta che ci fa sentire in diffi coltà e a disagio. Tutti i campioni sportivi prima di una gara sentono l’agitazione della competizione che li va “a salutare”.
Ma non ne sono travolti. E non perdono il sonno. Per aiutare il tuo bambino ad affrontare tutto questo, leggi Se sbagli non fa niente di D. Lucangeli (De Agostini) che aiuta a capire perché in tutte le attività di crescita e apprendimento e quando abbiamo da affrontare una nuova sfi da, la prima cosa da tutelare è la sicurezza emotiva. È un libro ricco di spunti e consigli che ti aiuteranno a rimettere tutto nella giusta prospettiva.