La mia seconda figlia, di 15
anni, è una ragazza positiva,
molto dinamica, autonoma
e impegnata. Ma con lei è difficile
rapportarsi: nelle discussioni,
di fronte a un divieto, tende sempre
ad alzare la voce, a imporsi e ad
argomentare fino allo sfinimento.
In questi giorni stiamo discutendo
sull’idea di trasferirci in una casa
indipendente, nella stessa zona dove
abitiamo adesso. Lei si è messa
a urlare dicendo che non lascerà mai
questo appartamento e che se ce ne
andremo non ci seguirà, poi se n’è
andata sbattendo la porta e non ci ha
rivolto la parola per diverso tempo.
ANNA
— Mi sembra, cara Anna, che tua figlia
sia un po’ confusa. A 15 anni si sente
già grande e lo manifesta con la sua
autonomia e le sue attività, ma anche
quando tratta con voi da pari a pari.
Ha una sorella di 10 anni maggiore,
che vive e lavora in una città lontana da
voi, e forse anche lei, sebbene più piccola,
si sente proiettata in quella dimensione.
Vi minaccia di andare a vivere da sola,
senza (ovviamente) avere i mezzi
per sostentarsi. Da quanto scrivi, non mi
sembra di capire che la ragazza mostri
la stessa collera e arroganza fuori casa.
L’atteggiamento da “donna adulta”
riguarda quindi solo la relazione con voi
ed è l’altra faccia della medaglia di una
ragazza indipendente e operativa nelle
sue scelte. Varrebbe la pena di capire
se è tutta opera sua, o se voi, magari
inconsapevolmente, con atteggiamenti
di eccessiva lode o trattandola
da grande fin da bambina, avete
rafforzato questa immagine alta e sicura
di sé che la ragazza manifesta. In questo
momento, ciò che appare maggiormente
è la fatica che fa a controllare
le proprie emozioni davanti a voi.
Con il vostro aiuto, ha bisogno di
ricordarsi di essere una ragazzina in
piena adolescenza, e non un’adulta.
E di ridimensionare la sua tendenza
a imporsi ai genitori, senza considerare
le loro richieste. Se se ne va sbattendo
le porte, è segno che non ha più nulla
da opporre alle vostre affermazioni e si
difende con il silenzio. Voi genitori non
potete però lasciare perdere, soprattutto
per quanto riguarda i suoi atteggiamenti
dominanti e oppositivi. Quando
è passata la tempesta, è indispensabile
che si riprendano i discorsi chiedendole
di spiegare le sue posizioni e soprattutto
che cosa la irrita o la preoccupa di più.
Probabilmente la ragazza ha bisogno
anche di fare i conti con i suoi aspetti più
emotivi e indifesi. Va ascoltata per capire
con lei che cosa le fa perdere il controllo
di sé. Va aiutata a riconoscere che nella
maggior parte dei casi chi alza la voce
non ha ragione, ma ha paura. E che un
bell’atto di coraggio vero sarebbe riuscire
a chiedere scusa ai genitori.