Nicoletta Parisi, 80 anni, davanti alla cappella di famiglia
Nella cappella di famiglia da undici anni riposa il marito con cui Nicoletta Parisi, oggi ottantenne, è stata sposata per 46 anni. Davanti al naufragio di domenica scorsa della barca carica di migranti sulla spiaggia di Steccato di Cutro, nel Crotonese, non ha avuto dubbi. Offrire un posto dove far riposare quegli innocenti accanto all’amore di una vita.
Tre figli ormai grandi, non si è consultata con loro. Il giorno dopo ha cercato il parroco, «ma era impegnato nella benedizione delle salme. Allora mi sono rivolta direttamente al sindaco, Michelangelo Ciurleo per offrire a questi piccoli l’ultima ospitalità. Il cammino della fede e l’educazione in famiglia mi hanno portato a questo gesto. Quando l’ho detto ai miei ragazzi la risposta è stata unanime “mamma hai fatto bene”».
Non sa se l’operazione andrà a buon fine, se sia possibile farlo; ma ha una certezza «Siamo tutti profughi sulla faccia della terra». Quando ha sentito la notizia in Tv si è disperata «quelle immagini sono state come lame nel cuore, in quei bambini ho visto il volto di Cristo» e ha pensato immediatamente alle loro mamme «sono sorda da un orecchio ma non nell’anima. Sono arrivati a due o tre chilometri da casa mia, mi è sembrato di sentire quel grido».
Un passato in Azione Cattolica, la giovinezza trascorsa sull’isola di Capo Rizzuto Nicoletta avrebbe voluto partire missionaria «sognavamo di andare in Albania, nel frattempo davamo una mano alle suore di Ivrea curando i bambini». Ma poi l’amore «mi sono sposata e mi sono trasferita a Botricello. Quello spirito, però, mi è rimasto dentro. Gli ho dato forma con le ragazze che venivano da me per imparare a ricamare».
Nicoletta, infatti, da cinquant’anni gestisce una boutique di moda in centro al paese in cui lavora anche la figlia più piccola «Ai miei ragazzi, tra difetti e peccati, ho sempre testimoniato l’altruismo. La bellezza di dare a Dio qualcosa, che è quello che tutti gli uomini dovrebbero fare».