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giovedì 20 marzo 2025
 
REPLICA ALLE CRITICHE
 

«Ho voluto io l'accordo con la Cina, c'è dialogo, ma i vescovi li sceglie il Papa»

26/09/2018  Sull'aereo che lo riportava in Italia dai Paesi Baltici, Francesco ha risposto alle domande dei giornalisti parlando per 55 minuti approfondendo alcune questioni legate al viaggio. Ma anche ritornato sul dramma degli abusi sessuali. E circa la firma dello storico documento con Pechino...

Questa foto e quella della copertina sono dell'agenzia Reuters. Sopra: foto Ansa.
Questa foto e quella della copertina sono dell'agenzia Reuters. Sopra: foto Ansa.

Quello tra Santa Sede e Cina è un accordo che continua a far discutere. Chi l'applaude. Chi lo critica. Papa Francesco non si sottrae alla domanda di un giornalista sull'aereo in volo verso Roma, al termine del suo viaggio nei Paesi Baltici. «L’accordo l’ho firmato io, almeno le lettere plenipotenziali per firmare quell’accordo che io avevo voluto. Io sono il responsabile. Gli altri hanno lavorato per dieci anni. Non è una improvvisazione. È un cammino», dice con calma fermezza. Poi racconta un aneddoto semplice e cita un dato storico. «Quando c’è stato quel famoso comunicato di un ex nunzio apostolico, gli episcopati mi hanno scritto dicendomi che si sentivano vicini, che pregavano per me. I fedeli cinesi mi hanno scritto,  e questo scritto era del vescovo della Chiesa cinese tradizionale cattolica e del vescovo della Chiesa patriottica. Insieme tutti e due. Per me questo è stato un segno divino. Non dimentichiamo, poi, e questa è storia, che in America Latina per 350 anni erano i re dei Portogallo e della Spagna a nominare i vescovi; il Papa dava soltanto la sua benedizione.  E poi dimentichiamo il caso dell’impero Austro-ungarico. Maria Teresa s'è stancata a nominare vescovi...». Tornando alla Cina: «Si dialoga, è un dialogo su eventuali candidati. ma nomina Roma, nomina il Papa, questo è chiaro. E preghiamo per le sofferenze di alcuni che non capiscono, che hanno alle spalle tanti anni di clandestinità».

Jorge Mario Bergoglio è tornato anche sul doloroso argomento degli abusi sui minori da parte di uomini di Chiesa. Lo fa guardando «al caso della Pennsylvania, i primi anni erano tanti i preti che sono caduti in questa corruzione. Poi, in tempi più recenti, sono diminuiti, perché la Chiesa s'è accorta che doveva lottare in un altro modo». A Bergoglio stanno a cuore le sofferenze delle vitiime e lo sbandamento dellòe nuove generazioni, di fronte a questi scandali. «I giovani si scandalizzano di fornte all'ipocrisia dei grandi, si scandalizzano delle guerre, si scandalizzano dell'incoerenza, si scandalizzano della corruzione: e in questo entra anche il tema degli abusi sessuali", ha detto Francesco..

«C'è un'accusa alla Chiesa: tutti conosciamo le statistiche, non sto a ripeterle - ha riconosciuto -. Benché fosse stato un solo prete ad abusare di un bambino o una bambina, questo è mostruoso, perché quell'uomo è stato scelto da Dio per portare quel bambino o bambina al Cielo. Io capisco che i giovani si scandalizzano di questa corruzione così grave. Sanno che c'è dappertutto, ma nella Chiesa è più scandaloso, perché essa deve portare i bambini a Dio, non distruggerli». E se si dice che "la Chiesa non fa le cose come deve fare in questo per pulire questa corruzione, io vedo il caso della Pennsylvania... In tempi antichi queste cose si coprivano. Si coprivano anche a casa. Si copriva perché era una vergogna molto grande. Era il modo di pensare del secolo scorso. Negli ultimi tempi io ho ricevute tante, tante condanne fatte dalla Dottrina della Fede, e ho detto che vada avanti, avanti - ha concluso -. Mai, mai ho firmato dopo una condanna una richiesta di grazia. Su questo non c'è negoziato».

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