È il tipico caso in cui in macchina ti capita di ascoltare una canzone mai sentita prima, da una voce sconosciuta, e subito di ritrovi a canticchiarla. La canzone è “Anger never dies” e la voce sconosciuta è quella di una 22enne, Noemie Wolfs, nuova vocalist del gruppo belga Hooverphonic. Il grande pubblico ha imparato a conoscerli nel 2000 grazie a un altro tormentone, “Mad about you”, un exploit che la band, pur continuando a confezionare brani più che dignitosi, non è più riuscito a ripetere. Finché, nel 2008, è arrivata la svolta. La cantante Geike Arnaert decide di lasciare il gruppo per dedicarsi alla carriera solista e da quel momento i due leader, Alex Callier e Raymond Geerts, vanno a caccia di una degna sostituta: dopo oltre mille provini di ragazze provenienti da tutto il mondo, la scelta cade su una connazionale, Noemie, giovane diplomata in arti grafiche.
Il tempo di sistemare vecchie canzoni e di scriverne di nuove e il risultato è “The night before”, il nuovo album del gruppo. Nelle 12 canzoni che lo compongono non c'è traccia dell'elettronica che negli anni '90 avevano fatto degli Hooverphonic, con i Massive Attack e i Portishead, una delle band di punta del trip-hop. Ci si muove in un puro territorio pop, dominato da orchestrazioni che sorreggono melodie semplici e accattivanti. La voce di Noemie si integra alla perfezione in quest'architettura sonora e questo costituisce insieme un pregio e un limite dell'intero disco: tutto appare fin troppo “perfettino”, manca una vetta emozionale paragonabile a “Mad about you”. Ci sono però ugualmente due brani che spiccano sugli altri: la languida, ipnotica “Danger zone” che chiude il disco e “George's cafè”, un evidente omaggio a Ennio Morricone e John Barry, che starebbe benissimo dentro un film di James Bond.