Certo, si potrebbe dire
che Mohamed è un nome particolarmente diffuso tra gli uomini arabi e
che i cognomi cinesi sono ripetitivi, ma sicuramente i dati diffusi
in questi giorni raccontano una città che, volenti o nolenti, sta
cambiando.
Secondo
la Camera di Commercio di Milano, per la prima volta un nome
straniero è quello più diffuso tra i piccoli imprenditori milanesi:
Mohamed ha scalzato Giuseppe, 1600 imprese (3%
del totale, +275 imprese in un anno), spesso ditte individuali,
contro 1.383 imprese (-55).
Al terzo posto Marco,
seguito dall’unico nome di donna presente tra i primi 15, Maria
(1.095 imprese, -41 in un anno), che è un nome internazionale: circa
una su dieci è straniera. Nella classifica, spunta anche Ahmed al
quindicesimo posto (+91).
Complessivamente
sono 34.278 le imprese straniere a Milano, pari
al 12% delle attive (+0,8% in un anno), più diffuse di quanto accada
nella regione (9,9%) e nel resto del Paese (8,4%). Con quale impatto?
La Camera di Commercio è netta: «L’economia
milanese nel 2012 tiene grazie agli stranieri, senza di loro ci
sarebbero 2.600 imprese in meno in un anno».
Le imprese straniere danno lavoro a Milano a 74 mila persone
Danno lavoro a quasi
74 mila persone, pari al 4% degli occupati nel capoluogo lombardo.
Aiutano a far crescere l’economia della metropoli: nel corso
dell’ultimo anno, il loro stock è aumentato del 7,4%, con saldo
tra imprese iscritte e cessate pari a +2.523 unità.
Rispetto alle ditte con
titolare italiano durano quasi 9 mesi in più, un dato che raddoppia
tra i marocchini, egiziani ed ecuadoregni. In quali settori sono più
diffuse? Prevalentemente nei servizi (37,5%, soprattutto
ristorazione), nel manifatturiero, nel commercio e nelle costruzioni.
Un
“segno dei tempi”, si potrebbe dire. Come i dati diffusi ad
agosto dal Comune di Milano. Secondo
l’assessore ai Servizi civici D’Alfonso, «l’anagrafe
dei cognomi è una fotografia di Milano, da sempre aperta ai
contributi di quanti, italiani o stranieri, scelgono la nostra città
come centro di vita e di lavoro e contribuiscono alla sua crescita».
Cosa
fotografa? Una città che cambia: tra i 50 cognomi più diffusi, ben
otto sono cinesi, a testimoniare una presenza che ormai arriva anche
alla quarta generazione. In alcuni casi, sono i discendenti di quel
centinaio di cinesi che durante la Prima Guerra Mondiale avevano
lavorato in Francia nelle attività logistiche a supporto
dell’esercito anglo-francese e che alla fine degli anni Venti
attraversarono le Alpi ed emigrarono a Milano per cercare un lavoro
come venditori di cravatte o operai tessili.
Così
si stabilirono in quello che allora era un quartiere periferico e
popolare nella zona di via Paolo Sarpi. Ora,
nella
vetta dei cognomi più frequenti fra i residenti, gli
Hu tallonano da vicino i Rossi. Al terzo posto si posiziona Colombo,
poi Ferrari, Bianchi, Russo. E il milanesissimo Brambilla? Arriva
decimo, superato da Chen e Zhou.