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domenica 01 ottobre 2023
 
 

I cattolici: così salviamo l'Italia

23/10/2013  Papa Francesco esorta i cattolici a impegnarsi per il bene comune. un appello che il 90% di loro è disposto ad accogliere e a indirizzare verso i giovani, la difesa della famiglia e la solidarietà con i più deboli.

È facile notarlo: non passa giorno senza che papa Francesco solleciti i cattolici a portare la propria fede non solo nel cuore ma anche nel mondo. Il 10 ottobre, nella meditazione mattutina alla Casa Santa Marta, ha chiesto di rinunciare «all’atteggiamento di “chiave in tasca e porta chiusa”», che trasforma la fede in un’ideologia. Il 14 ottobre, parlando al Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, ha detto: «La Chiesa è inviata a risvegliare dappertutto questa speranza, specialmente dove è soffocata da condizioni esistenziali difficili, a volte disumane, dove la speranza non respira, soffoca». E prima ancora, agli studenti delle scuole gestite dai Gesuiti: «Noi cristiani non possiamo “giocare da Pilato”, lavarci le mani: non possiamo. Dobbiamo coinvolgerci nella politica, perché la politica è una delle forme più alte della carità, perché cerca il bene comune. E i laici cristiani devono lavorare in politica». I cattolici italiani non sono rimasti insensibili. Lo dimostrano i risultati del sondaggio che pubblichiamo in queste pagine, realizzato da Demopolis in esclusiva per Famiglia Cristiana: il 90% per cento di loro (il 67% con un’adesione totale, senza se e senza ma) condivide l’appello del Papa per un maggiore impegno nella società.

UNA SOCIETÀ CHE SOFFRE

Un impegno non generico ma, al contrario, consapevole e indirizzato ai punti di maggiore sofferenza di una società, quella italiana come quella degli altri Paesi sviluppati, prigioniera di uno smarrimento economico, certo, ma anche morale e spirituale. Una società che ha smesso di crescere e produrre ricchezza ma che, soprattutto, non sa più in quale direzione andare. Non è un caso se chi ha risposto al nostro sondaggio, pur tenendo presente un ampio spettro di valori, si è concentrato su quattro temi portanti: il futuro dei giovani, nettamente in testa alle preoccupazioni, e poi la legalità e il senso morale in politica, la difesa della famiglia e la solidarietà con i più deboli. Si percepisce, in questa scelta, non solo l’urgenza del momento ma anche il desiderio di ricostruire una scala di priorità, di ridare un senso alla vita individuale e collettiva, che hanno bisogno di speranza per il futuro e di salde radici nel nucleo portante della famiglia, di correttezza nell’amministrazione del bene pubblico e di attenzione nei confronti di chi non ce la fa.

UN GRANDE CAPITALE UMANO

  

Torna così alla mente con una certa prepotenza una celebre frase del generale Charles De Gaulle: «Non credendo mai in quello che dice, un politico si meraviglia quando altri ci credono ». Il sondaggio mostra che c’è un grande capitale umano a disposizione del Paese e una grande occasione che la politica dovrebbe solo cogliere. Non c’è nemmeno bisogno di scrivere o riscrivere un programma di Governo, qualunque sia la sua composizione: sgravi fiscali alle aziende che assumono giovani e investimenti (non altri tagli) nella scuola, riduzione del numero dei parlamentari e riforma del finanziamento pubblico dei partiti, difesa del Welfare e aiuti alle famiglie che lo sostengono prendendosi cura degli anziani e dei disabili, sostegno alle organizzazioni di volontariato. Questi i provvedimenti in cima alle aspettative dei cattolici italiani, che per essi sono disposti a impegnarsi, a spendersi e a battersi. Affinché la politica smetta di essere, come ironicamente scriveva il poeta francese Paul Valéry, «l’arte di impedire alla gente di occuparsi di ciò che la riguarda». E nella prospettiva di un’Italia più efficiente e più giusta.

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Demopolis/Famiglia Cristiana: cosa chiedono i cattolici
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