«Sul
disegno di legge Scalfarotto e sulle unioni civili i parlamentari del
Movimento 5 Stelle dovrebbero astenersi perché non possono
prendere decisioni così importanti su temi non previsti nel
programma, come hanno sempre detto Grillo e Casaleggio. Il Movimento,
inoltre, dovrebbe rinviare ogni decisione a una capillare
consultazione in rete. Poi, in base ai risultati del sondaggio,
elaborare un nuovo punto del programma da presentare agli elettori al
prossimo appuntamento elettorale».
I
militanti cattolici del M5S non ci stanno e si fanno sentire in vista
della discussione della legge contro l'omofobia (ddl Scalfarotto),
già approvato alla Camera e ora al Senato, e la discussione sulle
unioni civili, dove un primo schema di testo legislativo è stato
presentato nei giorni scorsi in Commissione Giustizia a Palazzo
Madama. «Quello che vogliamo evitare», spiega Andrea Aquilino, uno
dei militanti della prima ora, candidato alle elezioni regionali e
coordinatore dell’ala cattolica del Movimento a Roma, «è che
alcune punte estreme ci trascinino verso una deriva che releghi nel
dimenticatoio in un colpo solo, sia i principi cattolici, presenti,
anche senza riferimenti espliciti, nei valori del 5 Stelle; sia i
fondamentali democratici e di partecipazione dal basso che sono alla
base nostro del Movimento».
Aquilino non ci sta inoltre ad essere
bollato come dissidente: «Al contrario», dice, «in realtà con il
nostro gruppo facciamo da baluardo all'ortodossia grillina che si
rifà ai 20 punti programmatici presentati agli elettori e
soprattutto cerchiamo di respingere le pressioni che alcune punte
estreme legate all’area omosessuale stanno esercitando in merito al
prossimo dibattito parlamentari sulle unioni civili gay».
Alcuni
di loro sono anche scesi in piazza venerdì sera in piazza San
Silvestro a Roma insieme alle “Sentinelle in piedi” per
protestare contro i due testi di legge e «difendere
la libertà di pensiero e di espressione e tutelare la famiglia
naturale fondata sull’unione tra uomo e donna come prevede la
Costituzione».
A
Palazzo Madama, però, la musica è diversa. Sulle unioni gay il M5S
si è già schierato entusiasticamente per il sì insieme al Pd. Enrico Cappelletti,
membro grillino della Commissione Giustizia è stato chiaro: «Sulla
carta i numeri per far passare questa legge senza alcun problema ci
sono: sommando i voti di Pd più quelli del M5S viene fuori una
maggioranza assoluta sia al Senato che alla Camera». Dello stesso
avviso anche il suo collega Alberto Airola: «È importante far
capire a chi, ad esempio, si oppone alla reversibilità della
pensione per le coppie omosessuali invocando problemi di tipo
economico che non è certo questo che ha distrutto la famiglia, bensì
le politiche economiche degli ultimi trent'anni».
I
militanti cattolici dei 5 Stelle, che stanno organizzando un convegno sulla famiglia per riflettere su questi temi, lamentano anche il fatto che nessun
parlamentare (portavoce, nel gergo grillino) si è dimostrato
particolarmente sensibile su questi temi: «Ai
nostri portavoce», continua Aquilino, «rimproveriamo una scarsa
attenzione ai problemi della famiglia al quale si contrappone uno
squilibrio di atteggiamenti che vanno dalla partecipazione collettiva
al bacio gay in Aula, come forma di protesta alle modifiche apportate
in quella sede alla legge Scalfarotto; agli esordi legislativi del
M5S con tre ddl presentati al Senato dettati dagli avvocati della
rete Lenford e tutti sulle tematiche inerenti omofobia, cambiamento
di sesso ed utero in affitto; alla sottoscrizione dei 10 punti
dell’ILGA (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans And Intersex
Association) da parte di molti nostri eletti in Europa; alle campagne
sulle unioni civili nei vari Comuni».
Aquilino tira in ballo anche
Grillo: «Noi abbiamo cercato di far sentire la nostra voce su questi
punti, ma invano. E assordante è stato il silenzio-assenso anche di
Grillo e Casaleggio».
Un
atteggiamento, spiegano, che contrasta anche con il principio della
partecipazione dal basso tanto caro ai 5 Stelle. «Gli eletti sono
portavoce proprio perché non possono portare avanti le proprie
convinzioni personali ignorando il mandato degli elettori», afferma
un altro militante, Lorenzo Borrè, «sulla legge contro l'omofobia
trovo contraddittorio ad esempio proprorre, nel programma, la
depenalizzazione della diffamazione e poi voler introdurre nuove
figure di reati d'opinione che possono offendere il senso di
appartenenza ad una categoria di persone. Mi ricorda un po' la
coerenza di Senecal, il personaggio de "l'educazione
sentimentale": i diritti che invocava per la massa li negava al
singolo individuo».
Sulla stessa linea un altro militante, Marco
Zonetti: «Il tema delle unioni civili è molto delicato e va
affrontato coinvolgendo la base», dice. «Se ci sono parlamentari
vicini al sentire cattolico? Finora non li abbiamo visti. Al
contrario si rileva una grande attività legislativo-istituzionale
da parte di parlamentari di evidente vicinanza alla sinistra
radicale; linea di condotta politica che si discosta da quella
seguita in Europa dallo stesso M5S con l’ingresso nel gruppo EFDD».