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venerdì 13 settembre 2024
 
Nozze gay
 

I cattolici grillini: «Nozze gay, il M5S tradisce se stesso»

28/06/2014  Un gruppo di attivisti cattolici di Roma è sceso in piazza con le Sentinelle in piedi e accusa i parlamentari di complicità con le lobby omosessualiste e di tradire i principi fondanti del Movimento: «Sul ddl Scalfarotto e le unioni civili dovrebbero astenersi e consultare la base perché questi temi non erano nel programma». E tirano in ballo anche i leader: «Assordante il silenzio di Grillo e Casaleggio»

«Sul disegno di legge Scalfarotto e sulle unioni civili i parlamentari del Movimento 5 Stelle dovrebbero astenersi perché non possono prendere decisioni così importanti su temi non previsti nel programma, come hanno sempre detto Grillo e Casaleggio. Il Movimento, inoltre, dovrebbe rinviare ogni decisione a una capillare consultazione in rete. Poi, in base ai risultati del sondaggio, elaborare un nuovo punto del programma da presentare agli elettori al prossimo appuntamento elettorale».

I militanti cattolici del M5S non ci stanno e si fanno sentire in vista della discussione della legge contro l'omofobia (ddl Scalfarotto), già approvato alla Camera e ora al Senato, e la discussione sulle unioni civili, dove un primo schema di testo legislativo è stato presentato nei giorni scorsi in Commissione Giustizia a Palazzo Madama. «Quello che vogliamo evitare», spiega Andrea Aquilino, uno dei militanti della prima ora, candidato alle elezioni regionali e coordinatore dell’ala cattolica del Movimento a Roma, «è che alcune punte estreme ci trascinino verso una deriva che releghi nel dimenticatoio in un colpo solo, sia i principi cattolici, presenti, anche senza riferimenti espliciti, nei valori del 5 Stelle; sia i fondamentali democratici e di partecipazione dal basso che sono alla base nostro del Movimento».
Aquilino non ci sta inoltre ad essere bollato come dissidente: «Al contrario», dice, «in realtà con il nostro gruppo facciamo da baluardo all'ortodossia grillina che si rifà ai 20 punti programmatici presentati agli elettori e soprattutto cerchiamo di respingere le pressioni che alcune punte estreme legate all’area omosessuale stanno esercitando in merito al prossimo dibattito parlamentari sulle unioni civili gay».

Alcuni di loro sono anche scesi in piazza venerdì sera in piazza San Silvestro a Roma insieme alle “Sentinelle in piedi” per protestare contro i due testi di legge e «difendere la libertà di pensiero e di espressione e tutelare la famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna come prevede la Costituzione».

A Palazzo Madama, però, la musica è diversa. Sulle unioni gay il M5S si è già schierato entusiasticamente per il sì insieme al Pd. Enrico Cappelletti, membro grillino della Commissione Giustizia è stato chiaro: «Sulla carta i numeri per far passare questa legge senza alcun problema ci sono: sommando i voti di Pd più quelli del M5S viene fuori una maggioranza assoluta sia al Senato che alla Camera». Dello stesso avviso anche il suo collega Alberto Airola: «È importante far capire a chi, ad esempio, si oppone alla reversibilità della pensione per le coppie omosessuali invocando problemi di tipo economico che non è certo questo che ha distrutto la famiglia, bensì le politiche economiche degli ultimi trent'anni».

I militanti cattolici dei 5 Stelle, che stanno organizzando un convegno sulla famiglia per riflettere su questi temi, lamentano anche il fatto che nessun parlamentare (portavoce, nel gergo grillino) si è dimostrato particolarmente sensibile su questi temi: «Ai nostri portavoce», continua Aquilino, «rimproveriamo una scarsa attenzione ai problemi della famiglia al quale si contrappone uno squilibrio di atteggiamenti che vanno dalla partecipazione collettiva al bacio gay in Aula, come forma di protesta alle modifiche apportate in quella sede alla legge Scalfarotto; agli esordi legislativi del M5S con tre ddl presentati al Senato dettati dagli avvocati della rete Lenford e tutti sulle tematiche inerenti omofobia, cambiamento di sesso ed utero in affitto; alla sottoscrizione dei 10 punti dell’ILGA (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans And Intersex Association) da parte di molti nostri eletti in Europa; alle campagne sulle unioni civili nei vari Comuni».

Aquilino tira in ballo anche Grillo: «Noi abbiamo cercato di far sentire la nostra voce su questi punti, ma invano. E assordante è stato il silenzio-assenso anche di Grillo e Casaleggio». Un atteggiamento, spiegano, che contrasta anche con il principio della partecipazione dal basso tanto caro ai 5 Stelle. «Gli eletti sono portavoce proprio perché non possono portare avanti le proprie convinzioni personali ignorando il mandato degli elettori», afferma un altro militante, Lorenzo Borrè, «sulla legge contro l'omofobia trovo contraddittorio ad esempio proprorre, nel programma, la depenalizzazione della diffamazione e poi voler introdurre nuove figure di reati d'opinione che possono offendere il senso di appartenenza ad una categoria di persone. Mi ricorda un po' la coerenza di Senecal, il personaggio de "l'educazione sentimentale": i diritti che invocava per la massa li negava al singolo individuo».

Sulla stessa linea un altro militante, Marco Zonetti: «Il tema delle unioni civili è molto delicato e va affrontato coinvolgendo la base», dice. «Se ci sono parlamentari vicini al sentire cattolico? Finora non li abbiamo visti. Al contrario si rileva una grande attività legislativo-istituzionale da parte di parlamentari di evidente vicinanza alla sinistra radicale; linea di condotta politica che si discosta da quella seguita in Europa dallo stesso M5S con l’ingresso nel gruppo EFDD».

 
 
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