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giovedì 12 giugno 2025
 
ucraina
 

I cattolici italiani pregano per la pace

15/02/2022  Flash mob per scongiurare la guerra in tutta Italia, dalla Sant'Egidio all'Arsenale della pace. Il messaggio dei vescovi italiani. Il segretario di Stato Parolin telefona all'Arcivescovo Maggiore Sviatoslav Schevchuk

Quanto sta accadendo al confine tra Ucraina e Russia «preoccupa il mondo intero. Il rischio concreto di una guerra – o anche solo l’ipotesi che si possa scatenare un conflitto – turba gli animi, scuote le coscienze, aggiunge preoccupazioni alle tante che l’umanità sta già vivendo per la pandemia e per le altre ‘pandemie’ che attraversano il pianeta: povertà, malattie, mancanza di istruzione, conflitti locali e regionali», scrive la presidenza della Cei, che si unisce all'appello del papa all'angelus di domenica scorsa,  sottolineando che è «responsabilità di tutti, a cominciare dalle sedi politiche nazionali e internazionali, non solo scongiurare il ricorso alle armi, ma anche evitare ogni discorso di odio, ogni riferimento alla violenza, ogni forma di nazionalismo che porti al conflitto». Per i vescovi italiani «non c’è più posto per le armi nella storia dell’umanità». Anche la Commissione Episcopale per le Migrazioni si è unita all’appello rivolto da Papa Francesco e dalla Presidenza della Cei per la pace in Ucraina. «Le parole preoccupate del Santo Padre e della Presidenza della Cei – sottolineano i vescovi – sono particolarmente importanti in queste ore in cui le tensioni si sono intensificate».

La Commissione,  che si è riunita ieri presso la Fondazione Migrantes, è anche vicina agli oltre 2000 italiani che vivono e lavorano in Ucraina e ai circa 250mila migranti ucraini presenti nel nostro Paese sia cattolici di rito orientale che ortodossi: «Una presenza importante nella vita delle nostre Chiese, per il dialogo ecumenico ma anche per la vita sociale ed economica del nostro Paese. Le varie liturgie nelle comunità ucraine in Italia domenica scorsa sono state molto partecipate. «Noi continuiamo a pregare, una preghiera continua ed incessante» quella degli ucraini che vivono qui, dice  don Marco Jaroslav Semehen, rettore della basilica di Santa Sofia a Roma e direttore Migrantes dell’Esarcato apostolico degli Ucraini in Italia. In tutte le comunità, non solo domenica,  si è pregato e si prega per la pace in Ucraina: «Che il Buon Dio doni la pace a questo Paese e dall’altro lato per coloro che stanno trattando e stanno decidendo affinchè non ci sia guerra. La guerra – ha aggiunto il sacerdote - sarebbe incomprensibile soprattutto tra due popoli cristiani». «Stiamo pregando molto ma stiamo anche vicino alla gente, alla nostra gente, la incoraggiamo in questo periodo  difficile sia per loro che vivono in Italia o in altri paesi e per i loro familiari in Ucraina». Una preoccupazione – conclude don Marco – che «fa crescere la fede e la speranza, affidando nelle mani del buon Dio quello che sta succedendo e che potrà succedere».

«La nostra comunità Ucraina a Salerno e in altre città: Battipalia, Eboli, Picciola e Agropoli, da 8 anni preghiamo e chiediamo la pace in Ucraina e nel mondo», aggiunge don Ivan Boryn, cappellano per la comunità Ucraina nella diocesi di Salerno-Campagna-Acerno che in questo momento è in Ucraina. Ucraini che vivono la condizione di chi è sospeso tra la paura della guerra e la speranza della pace. Una situazione che va avanti da diverse settimane e la preoccupazione maggiore è per i familiari che vivono in Ucraina. Preoccupazione anche per tante donne che oggi vivono in Italia e che, in caso di guerra rischiano di essere richiamate nell’esercito. Molte, infatti, le ucraine ultracinquantenni in Italia che hanno fatto il militare e possono essere chiamate in servizio fino a 60 anni. Ieri sera i giovani “I Giovani per la Pace” della Comunità di Sant’Egidio  hanno indetto un flashmob al Pantheon, oggi a Milano alle 20.30 presso le Colonne di San Lorenzo. L’appuntamento #nowar è solo la prima tra le diverse iniziative che la Comunità trasteverina intende porre all’attenzione di tutti i cittadini europei, nei prossimi giorni, per evitare il conflitto.«Occorre dire con chiarezza che oggi è una follia pensare al ritorno della guerra in Europa», ha scritto il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo mentre Pax Christi, oltre alle preghiere rivolge un appello  al Governo italiano e all’Europa tutta, affinché siano prese «iniziative urgenti e significative». Il Sermig di Torino ha dato appuntamento ieri sera, all’Arsenale della Pace per un momento di preghiera e dire no alla guerra: «non è la soluzione», spiega il fondatore, Ernesto Olivero. 

Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato ha telefonato a Sua Beatitudine Sviatoslav Schevchuk, Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halych, per esprimere la vicinanza della Santa Sede alla Chiesa cattolica in Ucraina e la solidarietà alla popolazione del Paese, «in questo difficile momento di escalation del conflitto intorno all’Ucraina». «In questo momento travagliato, desidero esprimere a Lei, Beatitudine, all’Episcopato, ai sacerdoti e ai fedeli della Chiesa che Lei guida e a tutto il popolo ucraino il sostegno della Santa Sede, manifestare la sua solidarietà ed assicurare la preghiera per tutti», ha detto il porporato.

 

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