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giovedì 12 settembre 2024
 
tradizioni
 

Anche San Gabriele festeggia i cento giorni alla Maturità

12/03/2018  Al Santuario di Isola del Gran Sasso, Teramo, diecimila studenti si sono incontrati per un momento di festa e riflessione in vista dell’esame di Stato. Il passionista padre Ciro Benedettini: «Una tradizione nata nel 1980. Aiutiamo i ragazzi a trovare una direzione al proprio cammino attraverso la preghiera e l’affidamento al Santo»

Le penne levate in alto e una benedizione molto speciale, a 100 giorni dalla maturità. Arrivano da tutto l'Abruzzo, ma anche dalle Regioni confinanti (e qualcuno perfino dalla Sicilia). Sono circa 10.000. Sono ragazzi all'ultimo anno delle scuole superiori. Si ritrovano al santuario di San Gabriele di Isola del Gran Sasso (Teramo) per un appuntamento unico nel suo genere, che si rinnova da ben trentotto anni: una giornata di preghiera, ma anche di festa, in preparazione all'esame di maturità. Così quel momento di prova e di passaggio, dal forte valore simbolico, diventa occasione per affidarsi, riflettere sul proprio progetto di vita. anche alla luce del Vangelo. E sotto la guida di un santo da sempre caro agli studenti.

Quest'anno la giornata è piovosa, ma gli ultimi strascichi d'inverno non fermano l'afflusso dei ragazzi. Dalla finestra del suo ufficio, padre Ciro Benedettini, passionista, direttore della rivista l'Eco di San Gabriele, ha contato 75 autobus parcheggiati (cui vanno aggiunte le auto e le moto di chi ha scelto i mezzi propri). Insomma, i numeri sono paragonabili a quelli di un grande evento musicale. Qui però, il protagonista non è una rock star. Al contrario, si cerca di ricavare un po' di spazio per fare silenzio. «Quando a mia volta ero studente, la scadenza dei cento giorni dall'esame di maturità veniva segnata con un momento di festa» ricorda padre Benedettini. «Così, intorno al 1980 ci venne l'idea di dare a questo appuntamento un significato spirituale. E da allora abbiamo incontrato nei giovani una risposta sempre crescente».

Sono oltre cinquanta i religiosi passionisti (tra cui venti confessori) che si mettono a disposizione degli studenti, per l'intera giornata. Il ritiro spirituale inizia con la Messa, celebrata da mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo di Teramo-Atri, al termine della quale si svolge il suggestivo rito della benedizione delle penne. In realtà, per stare al passo coi tempi, negli ultimi anni oltre alle penne si vedono anche telefonini e tablet, i nuovi strumenti di scrittura. A proposito, visto il periodo quaresimale, i giovani presenti sono invitati a una piccola esperienza di rinuncia: un'ora di digiuno dai mezzi tecnologici, per provare a riconnettersi con se stessi.

«Oggi come in passato, l'esame di maturità è uno snodo cruciale» osserva padre Benedettini. «E malgrado le apparenze, questi ragazzi non sono sordi al senso di responsabilità, anche nei confronti delle loro famiglie. Alcuni si sentono in colpa, perché non si sono impegnati abbastanza. Altri temono di fallire. E per tutti il futuro è un'incognita. Qui cerchiamo di aiutarli a trovare una direzione, anche attraverso l'affidamento a San Gabriele dell'Addolorata (cui il santuario è dedicato, ndr), che non fece in tempo a diventare sacerdote, ma morì da studente. Per questo, da sempre, la sua figura è un punto di riferimento per chi si cimenta sui libri».

Ai giovani presenti al santuario si è rivolto anche mons. Leuzzi, da pochi mesi alla guida della diocesi di Teramo-Atri, in una lettera indirizzata proprio ai maturandi. «L’esame di maturità» scrive il presule «è un passaggio da vivere con fiducia, ma anche con sincerità. È la sincerità di chi non ha paura di verificare il cammino svolto, le proposte e le esperienze vissute da solo e insieme. Sarà Gesù a manifestarvi la sua fiducia: siete giovani che meritano stima e incoraggiamento. È la fiducia di chi vuole fare di voi dei veri protagonisti della storia, aiutandovi a scoprire talenti che forse non conoscevate». «Non è il tempo dell’omologazione, del virtuale e dell’immaginario, ma del guardare il mondo con i vostri occhi» prosegue il Vescovo. «È la stessa esperienza che ha fatto San Gabriele. Ha guardato il mondo con i suoi occhi senza lasciarsi condizionare. È l’esperienza della libertà, che è il traguardo vero della maturità».

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