Cara professoressa, ho una figlia di sette anni che quest’estate ha ricevuto una quantità sterminata di compiti. Sono racchiusi in tre libri per le vacanze, uno per ogni disciplina fondamentale. E in più ci sono i libri da leggere, le frasi da scrivere. Mi domando se non è bene che i ragazzi si riposino un po’ durante l’estate e che riscoprano il piacere della libertà dallo studio. E che un po’ di tranquillità possa essere assaporata anche da noi genitori: seguendo la scansione temporale degli esercizi, avremmo già dovuto iniziare a giugno e lavorare un po’ ogni giorno senza requie. E siamo nell’estate della prima elementare, immagino che cosa sarà negli anni a venire! È opportuno tutto ciò?
FRANCESCA
Cara Francesca, capisco il tuo punto di vista e in parte condivido il bisogno familiare di fare vacanza, di vivere il vuoto da tutto per riempirlo a piacere con un po’ di libertà e di riposo. Ma capisco anche la prospettiva delle maestre di tua figlia: dopo un anno di intenso lavoro qualche mese senza tenere la penna in mano, ti assicuro, vuol dire dimenticare anche da quale parte la si debba impugnare.
Ho dato un’occhiata ai libri dei quali parli: sono in genere brevi e molto pratici, presentano attività programmate e suddivise nei diversi giorni della settimana – sabati e domeniche esclusi – che possono essere svolti e raggruppati anche diversamente. Forse farei così se fossi al tuo posto: intanto darei, come dici di aver fatto, almeno un paio di settimane di relax e di stacco; poi comincerei a far lavorare la bimba scegliendo insieme a lei un paio di giorni della settimana dedicati ai compiti. Basta un’ora al giorno.
Se il lavoro scorre via veloce e si riesce a mantenere il passo potrebbero bastare. Se invece ci sono difficoltà la vacanza è un’ottima occasione per colmare insieme le lacune e spiegare argomenti che non sono stati ben recepiti. E soprattutto si lavora fianco a fianco, genitori e figli: è un momento di condivisione e può essere ben vissuto. Quindi cinque giorni della settimana su sette diventano di vacanza, ossia di tempo per le letture (che non dovrebbero essere viste come un compito), per la scoperta di posti nuovi, per coltivare lo spirito d’avventura e di osservazione della realtà che circonda i luoghi di villeggiatura.
Si approfitta delle ferie per imparare insieme ogni giorno: non è ricerca spasmodica di novità, piuttosto tempo lento per guardare e per guardarsi, per riscoprire passioni, per dedicarsi con cura a chi si ama.