Ho 55 anni; da anni non ho più i miei carissimi genitori defunti. Mi si dice che ora sono più vicini a noi di quando erano in vita. È vero? Spero di sì e tutti i giorni li prego.- LUIGI R.
Quando ci poniamo interrogativi sull’aldilà siamo in qualche modo come bambini ancora nell’utero materno che nulla possono sapere della vita che verrà. Tuttavia una cosa è certa: gli affetti, quell’amore che ci distingue da tutti gli altri animali, è più forte della morte. Non potrebbe essere questo il segno di una comunione invisibile, ma non meno reale, che permane oltre la morte? A questo interrogativo, che in qualche modo si pone a tutti gli esseri umani, in un certo momento della storia, Dio ha dato una risposta attraverso la vita, la morte e la risurrezione del Figlio Gesù. Questa è la nostra fede e la nostra speranza... Diversamente la vita umana sarebbe un nonsenso. La preghiera di fede e soprattutto la celebrazione eucaristica ci mettono in comunione con il mistero di Dio e della vita che verrà, e quindi anche con tutti i «nostri fratelli e sorelle che si sono addormentati nella speranza della risurrezione... nell’attesa che si compia [anche per noi] la beata speranza».