Nella battaglia del botteghino natalizio a spuntarla potrebbero essere i più piccoli. Non solo perché spesso sono i bambini a decidere quale film andare a vedere, ma anche perché i protagonisti dei film d’animazione, parti di pura fantasia, possono apparire dei veri giganti a paragone di comici e cinepanettoni.
E dato che non stiamo parlando di thriller, ci prendiamo il lusso di partire dal fondo perché a fare il botto potrebbe essere proprio l’ultimo titolo a scendere nell’arena delle feste, quel Il GGG - Il Grande Gigante Gentile firmato da Steven Spielberg che sarà nelle sale il 30 dicembre. Il mondo è quello fantastico e strampalato creato dalla fantasia di Roald Dahl, autore inglese cult dei più piccini, e la protagonista è una bimba. Sophie (interpretata dall’esordiente simpaticissima Ruby Barnhill) è senza genitori, vive a Londra e le mura dell’orfanotrofio si fanno per lei sempre più strette. Una notte si affaccia alla finestra e, inforcati gli occhiali, vede un gigante tutto impegnato a soffiare bei sogni nelle camerette dei bambini addormentati. Che strano mestiere. E che buffo gigante! Sarà alto sette metri ma non è giovane né forte. Sembra anzi un vecchierello con i capelli grigi arruffati all’indietro.
Quando un’enorme mano solleva Sophie per portarla via, la ragazzina è più incuriosita che spaventata. Scoprirà nella terra dei giganti che quello che ormai è diventato suo amico, il Grande Gigante Gentile, è un pacifico nanerottolo vegetariano a paragone dei colossi di oltre 12 metri che imperversano in quella landa: sporchi, laceri, sdentati, malvagi e pure cannibali. Hanno nomi che fanno rabbrividire. E vanno fermati prima che la loro fame insaziabile li trasformi in predatori.
Così Sophie e il GGG studiano un piano che prevede il coinvolgimento perfino della regina Elisabetta! Un’avventura capace di catturare grandi e piccini grazie anche all’eccezionale performance in “motion capture” dell’attore che presta volto ed espressioni al GGG: si tratta di Mark Rylance, il noto attore shakespeariano balzato agli onori di Hollywood dopo aver vinto l’Oscar come non protagonista per Il ponte delle spie di Spielberg.
L’altro pezzo da novanta degli schermi natalizi è Oceania, cartoon Disney in uscita proprio in questo weekend che mescola novità con alcuni ingredienti di sicuro successo. Nuova è l’ambientazione in pieno Oceano Pacifico, in mezzo alle popolazioni maori. La storia s’ispira infatti a un’antica leggenda di cui l’adolescente Vaiana, principessa destinata a salire sul trono del saggio papà, prende coscienza. Il mito del semidio Maui, caduto in disgrazia dopo aver rubato a Madre Natura il suo cuore verde capace di donare vita e prosperità, deve avere un fondo di verità.
Incoraggiata dalla vivace nonna, Vaiana si metterà in mare e, rintracciato il semidio pasticcione, lo convincerà a rimettere le cose a posto. I battibecchi tra la ragazza e il vanesio bellimbusto sono esilaranti. Deliziose le sequenze in cui i tatuaggi cosparsi sul corpo muscoloso di Maui prendono vita autonoma, tradendo i pensieri e le vere intenzioni del loro proprietario. Insomma, un cartone animato a misura dei più piccoli ma gradevole anche per le orecchie degli adulti, visto che la struttura è quella di un musical con bellissimi brani cantati.
A puntare sullo stesso target di minipubblico è però anche Sing, animazione digitale partorita dalla graffiante fantasia dei creatori di Cattivissimo me, I Minions e Pets. Protagonisti della vicenda sono i più disparati animali canterini chiamati a raccolta da Buster Moon, uno sfrontato koala manager che, di fronte al rischio di serrata del suo adorato teatro, tenta l’ultima disperata carta per evitare la chiusura: un concorso canoro aperto a tutti. La passerella di tipi da spiaggia è ricca e variegata. Peccato che il pezzo forte di film come questi sia nelle voci originali, star del calibro di Matthew McConaughey e Scarlett Johansson. Chicche che si perdono con il, pur buonissimo, doppiaggio italiano.
Siccome però le fantasie dei ragazzi non disdegnano i risvolti dark, c’è un’alternativa proposta da Tim Burton. Sulle prime Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali sembra la solita innocua fantasia britannica. Lo spettatore, però, scopre pian piano di quali letali poteri siano depositari quegli strani ragazzini che Miss Peregrine (la fascinosa Eva Green) protegge e nasconde in una casa isolata nel Galles, in cui il tempo può addirittura essere fermato. Ed è questo gioco sul tempo che consentirà all’adolescente Jacob di farsi trasportare nel 1943, in piena guerra tra inglesi e nazisti, e così scoprire quale segreto celi da allora suo nonno.
Ma se è vero che la fantasia non ha età, perché non riscoprire sullo schermo la mirabolante avventura di Judy Garland ne Il mago di Oz? La Cineteca di Bologna ha restaurato il classico di Victor Fleming riproposto nelle sale sia in 2D sia in 3D, sia nella versione originale cantata in inglese (con sottotitoli italiani) sia in quella doppiata. I bimbi di oggi non conoscono la storia della piccola Dorothy e dei suoi compagni: il Leone senza coraggio, l’Uomo di Latta senza cuore, lo Spaventapasseri senza cervello. Ne saranno estasiati.