Agli Stati generali della natalità il Papa racconta di aver sgridato una signora che gli chiedeva di benedire il "suo bambino" e aprendo la borsa aveva mostrato un cagnolino. Le polemiche sono subito emerse, come era già avvenuto nel 2016 quando il pPapa, durante un'udienza aveva detto: «La pietà non va confusa neppure con la compassione che proviamo per gli animali che vivono con noi; accade, infatti, che a volte si provi questo sentimento verso gli animali, e si rimanga indifferenti davanti alle sofferenze dei fratelli. Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti, ai cani, e poi lasciano senza aiutare il vicino, la vicina che ha bisogno… Così non va».
«Chi critica il Papa per queste frasi non ha ben capito cosa Francesco voleva dire», ci aveva detto padre Enzo Fortunato, allora direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi. «Le parole del Papa sono state strumentalizzate», continua il francescano rimarcando proprio il pensiero di san Francesco d'Assisi. «Per san Francesco è centrale l’uomo e solo dopo ci sono gli animali e l’ambiente, il creato. Troppi amano, come ha detto il Papa, cani e gatti, ma ignorano i vicini. Il Pontefice ha evidenziato la centralità dell’uomo, dei figli, dei vicini, guardando al futuro dell’umanità».
Non un invito, dunque, «a dimenticare gli animali o a metterli da parte», continua don Fortunato, «ma c'è una priorità di valori». E parlando di San Francesco, «uno che gli animali li ha amati», il francescano ribadisce che «va visto tutto come rimando a Dio, che ci insegna ad amare l'uomo. Il Papa non ha voluto mettere in contrapposizione animali e persone, ma ha focalizzato attentamente, e con il suo stile, i valori dell’esistenza umana e tra questi, per dirla con un padre della Chiesa “l’uomo vivente è la gloria di Dio”».