Chiusa una porta si apre un portone, recita il proverbio. E a Gela, nel profondo sud della Sicilia, all’ombra delle ciminiere del petrolchimico considerato contemporaneamente ricchezza e condanna, la porta è quella “santa” della Piccola casa della Divina misericordia, il portone invece è quello dell’antico convento dei padri Agostiniani, andati via dopo quasi seicento anni per mancanza di vocazioni, trasformato in dormitorio per i più poveri e centro di spiritualità.
UNA PICCOLA-GRANDE CASA
È il segno forte e tangibile lasciato dal Giubileo della misericordia, in una città di oltre 75 mila abitanti, dove il numero dei bisognosi cresce esponenzialmente, ma dove la misericordia ha trovato letteralmente casa.
Per iniziativa del giovane e vulcanico sacerdote don Pasqualino Di Dio, dopo un incontro personale con papa Francesco, è nato un centro dove tutti potessero sentirsi abbracciati dall’amore del Padre e, attraverso l’esercizio delle opere di misericordia, sentire la tenerezza della Chiesa. Come frutto del Movimento fraternità apostolica della Divina misericordia, fondato nel 1996 dallo stesso don Pasqualino, e dell’associazione Dives in misericordia, la Piccola casa è stata inaugurata il 22 marzo 2014 dal futuro cardinale Francesco Montenegro.
«Il centro vuole attualizzare il messaggio biblico della misericordia, riproposto a noi da santa Faustina Kowalska e da san Giovanni Paolo II, e come risposta alle continue sollecitazioni di papa Francesco ad andare verso le periferie esistenziali dell’uomo», spiega don Pasqualino.
La Piccola casa opera in collaborazione con la Caritas diocesana di Piazza Armerina, le istituzioni locali, le parrocchie e le associazioni presenti sul territorio, sempre più interessato da crescenti disagi sociali, dovuti anche al processo di de-industrializzazione progressivo a causa della crisi del polo petrolchimico gelese.
NOVANTA VOLONTARI
In questo difficile contesto sociale circa 90 volontari assistono oltre duemila persone. La Piccola casa ha avviato da tre anni, tra i vari servizi, la mensa della solidarietà, il centro di ascolto e consulenze professionali, la distribuzione di generi alimentari e abbigliamento, il poliambulatorio, i laboratori artigianali e di bomboniere solidali, l’emporio di vestiti e la lavanderia, la scuola di preghiera, la mediazione familiare e lo sportello di ascolto per le dipendenze patologiche.
Il dormitorio, con i suoi 15 posti letto, è un altro tassello di questo mosaico di attenzione alle fragilità. Il vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, lo ha inaugurato in occasione della chiusura della porta santa proprio nella Casa della misericordia. «Penso che il primo bilancio dell’Anno santo sia molto positivo», afferma don Pasqualino Di Dio. «L’intenzione di papa Francesco era quella di portare il Giubileo in tutte le diocesi e non di concentrare tutto a Roma. Non ci ha proposto un Giubileo di celebrazioni, ma di riscoprire nella catechesi, nella predicazione e nell’azione il tema biblico della misericordia, che non è un sentimento o una devozione, è il movimento del cuore di Dio che si piega sulle piaghe dell’uomo ferito».
AL CUORE DELLA MISERICORDIA
Un anno in cui don Di Dio è stato anche “missionario della misericordia” inviato dal Papa in varie diocesi d’Italia, Spagna, Lituania, Francia per assolvere anche i peccati riservati alla Santa Sede.
«Ho visto questo grande fermento soprattutto nel vivere e celebrare il sacramento della Riconciliazione», racconta don Pasqualino. «Anche nella nostra Piccola casa di Gela abbiamo avuto la grazia di accogliere tante persone da tutta Italia, che hanno attraversato questa porta, simbolo del cuore di Cristo aperto per noi. Abbiamo spinto la gente a non fermarsi al segno giubilare, ma a toccare la carne di Cristo che sono i poveri, e in molti ci hanno dato una mano a cucinare, sistemare, assistere i nostri fratelli».
SI CONTINUERÀ ANCHE DOPO
Il centro di spiritualità e il dormitorio «rimarranno come santuario di misericordia corporale e spirituale di questo Anno giubilare».
Da quando è iniziato il Giubileo, ogni giorno nella cappella della Piccola casa si è svolta ininterrottamente l’adorazione eucaristica.
«In questo anno abbiamo compiuto un itinerario biblico sulle quattordici opere di misericordia, che si è tenuto mensilmente in tutte le 14 comunità parrocchiali della nostra città», spiega ancora il sacerdote. «Anche in futuro, il centro di spiritualità, oltre a organizzare esercizi spirituali, ritiri, eventi culturali, proporrà i campi di misericordia aperti a tutti i giovani e alle famiglie che vogliono fare un’esperienza di preghiera, silenzio e carità».