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giovedì 10 ottobre 2024
 
Chiara Corbella
 

I genitori di Chiara Corbella, «Da bambina pregava: "Maria e Gesù fate che diventi santa"»

13/06/2019  Intervista al papà e alla mamma di Chiara Corbella Petrillo, uniti nel ricordo della figlia, avviata verso la santità. Ci raccontano un cammino di fede vissuto sin dalla più tenera età

Il 21 settembre scorso con l’inizio della causa di beatificazione di Chiara Corbella Petrillo il mondo ha assistito a un pezzo di storia di una santità che brilla. Chiara, la “santa della porta accanto” come l’ha definita il cardinale vicario Angelo De Donatis durante la cerimonia di inizio della fase diocesana avvenuta nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Era da un po' che non capitava nella cattedrale di Roma e l’ultima volta il processo riguardava un Papa, Giovanni Paolo II. Il Papa che ha accompagnato la vita di Chiara mentre adesso è lei ad accompagnare quella di tante persone, di tanti giovani. Chiara, Serva di Dio, morta per un tumore a 28 anni il 13 giugno 2012, dopo aver salutato uno a uno parenti e amici, e dicendo a tutti «Ti voglio bene».

Chiara, giovane, sposa e madre. Una donna innamorata del suo Enrico, incontrato a Medjugorje nonostante fossero entrambi romani. Una sposa che ha vissuto il fidanzamento come vero discernimento di grazia e perciò non privo di difficoltà. Una moglie in “attesa” e non solo col pancione, in attesa che Dio compisse il Suo disegno anche attraverso i suoi due primi figli che l’hanno portata all'incontro con la vita, la croce e la luce. Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, nati ad un anno di distanza, moriranno entrambi mezz’ora dopo la nascita per gravi malformazioni, quasi come fosse un terribile copione, ma che Chiara vive come esperienze cariche di Dio e accoglie la Sua volontà portando a termine le gravidanze nonostante l’incompatibilità dei bambini con la vita terrena. Dirà: «Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna». Chiara e Enrico non si chiudono però alla vita e arriva Francesco, ma arriva anche la malattia durante la sua terza gravidanza portata volutamente a termine rimandando le cure che avrebbero compromesso la vita del figlio nonostante per molti fosse solo un feto di qualche mese. Francesco ora è un bellissimo bambino di 7 anni, ce lo raccontano i nonni Roberto e Maria Anselma, genitori di Chiara, che non si stancano di sottolineare la sua normalità in cui però c’è stata la capacità di mettere Gesù al centro di ogni scelta e “seguirlo quale sposa e madre con fiducia incrollabile sulla via della Croce”, come riporta la preghiera autorizzata dalla Chiesa in cui si chiede la sua intercessione.

Voi siete i genitori di Chiara, Serva di Dio, morta però a 28 anni e mamma di due bimbi morti il giorno della nascita: Dio è infinitamente buono?

Per come si è comportata Chiara negli ultimi tempi ha reso molto facile – a noi che eravamo intorno - accettare quello che stava succedendo, anche se fino all’ultimo abbiamo sperato nel miracolo, abbiamo sperato che Chiara si salvasse. La sua preoccupazione primaria è stata infatti quella di far sì che noi fossimo in grado di reagire. Quello che è successo dopo e sta succedendo adesso, di nuovo ci fa accettare la sofferenza di non averla fisicamente qui, per ora dobbiamo accettare la volontà di Dio sapendo che Lui è infinitamente buono e infinitamente sapiente. È tutta fede.

Quando da genitori si capisce che il figlio si condivide con un altro padre che è Dio Padre, e che nel caso di Chiara l’ha amata talmente tanto da sceglierla come figlia prediletta, che sensazioni abitano nel cuore?

Certamente c’è istintivamente una tendenza a non rassegnarsi, quindi davanti ai vari i segnali che abbiamo avuto nella storia di Chiara, ognuno di noi cercava razionalmente di contrapporre le cure, i suggerimenti, tutto quello che si pensava di poter fare umanamente per salvarla. Però l’atteggiamento di Chiara era sempre tale per cui lei nella sua pacatezza era molto ferma, non lasciava spazio per posizioni diverse, ed è stato così anche quando ha perso i due figli. E noi l’abbiamo accettato perché sembrava l’unico percorso possibile. Certamente è stata determinante anche la richiesta di Chiara quando ha detto: «Io ho chiesto al Signore di farmi vivere fin quando voi non sarete pronti». E da lì anche la volontà di andare tutti insieme a Medjugorje. Lei sapeva che c’era una grazia anchein quel suo: «Chiedo la grazia di vivere la grazia». Era cosciente che in quel periodo il Signore avrebbe inviato una grazia per farci vivere bene il suo arrendersi alla volontà di Dio, ma anche il nostro affidarci perché lei ha voluto raccomandarci alla Madonna andando a Medjugorje. Forse se avessimo avuto una figlia diversa avremmo vissuto nella disperazione.

Che rapporto aveva con Maria?

Aveva un rapporto di amore, di fiducia, di dialogo perché era la mamma che la istruiva passo passo nel suo intimo ad andare verso il Signore.Quando Chiara era bambina andavamo a messa al Santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso, poi ogni anno il 12 aprile andavamo per seguire le celebrazioni e le testimonianze del veggente Cornacchiola alla Madonna delle Tre Fontane, poi alcune volte al Divino Amore, siamo stati a Medjugorje, Fatima. Dove la Madonna ci chiamava.

Ma da bambina si capiva già il suo amore nel vivere il Vangelo?

Noi appartenevamo al gruppo del Rinnovamento nello Spirito, quindi già da bambina Chiara aveva imparato a pregare e a rivolgersi al Signore, tanto che era proprio piccolina quando in un biglietto, che abbiamo ritrovato in seguito, ha scritto la frase Maria e Gesù vi prego fate che io diventi santa”. Era una bambina normalissima ma che tendeva sempre a migliorarsi sotto ogni aspetto. Se faceva un capriccio poi ci riempiva di bigliettini, ci tempestava di scuse, di disegnini per dire che sarebbe stata migliore e non sopportava quando noi avevamo un battibecco, interveniva subito e dovevamo fare pace.

Come finiva?

Era impossibile fare diversamente perché lei non demordeva.

E poi crescendo?

Chiara ha vissuto la sua vita sempre con grande gioia, era sempre molto sorridente, ironica. Aveva il dono spiccato della simpatia, era coinvolgente. Suonava, amava stare in compagnia, non era chiusa e nemmeno casa/chiesa, non era assolutamente bigotta, ma era assolutamente solare. Il sorriso che si vede nelle foto - anche se in quelle degli ultimi tempi era un sorriso compromesso dalla malattia - era vero, lo stesso che aveva da bambina. Chiara era proprio questo sorriso smagliante che contraddistingueva la sua persona.

Eppure nella sua vita le sofferenze non sono state poche, come manifestava il suo essere sulla via della Croce?

Lei mai manifestava questa sua lotta che probabilmente faceva nelle notti e nei momenti di solitudine, però poi di fronte a noi sembrava avere vinto questo combattimento e si preoccupava sempre di tranquillizzarci anche tendendo a minimizzare i problemi. Lei si informava sempre della sua situazione dai medici e dai suoi amici medici e spesso noi facevamo fatica a sapere lo stato esatto della situazione perché non lo mostrava mai, anche quando stava troppo male si appartava in camera ma non si lamentava, non ci faceva percepire la gravità. Si preoccupava anche di andare a trovare la nonna che nello stesso anno aveva avuto un ictus, era la più attenta in famiglia pur essendo lei che avrebbe potuto richiedere le attenzioni.

Solare fino alla fine?

Negli ultimi tempi scherzavamo a casa su tutto, compresa la sua malattia, anzi Chiara scherzava con Enrico anche preparando il suo funerale. Non è stato un periodo triste, brutto, e chi ci veniva a trovare veniva coinvolto in questa situazione. Forse pensavano che fossimo tutti un po’ matti, ma Chiara con la sua ironia faceva sorridere anche gli amici che venivano a trovarla. Se c’era qualcuno con una faccia troppa lunga lei scherzava dicendo «Ehi, guarda che prima o poi toccherà anche a te», spiazzando sempre tutti.

E adesso come vi rapportate alla vita eterna?

Non si può dire che Chiara non sia viva, che non stia operando più di quanto potesse fare da qui.

I genitori pregano per i figli ma c’è stato già il passaggio di pregare invece la figlia Serva di Dio?

Al cimitero abbiamo messo una cassettina e tanti sono quelli che lasciano dei biglietti pregando Chiara o ringraziandola, e visto che tante persone si rivolgono anche a noi dicendo che ci troviamo in un rapporto privilegiato, anche noi ci ritroviamo a pregare attraverso Chiara. E poi ci scambiamo le preghiere perché non si finisce mai di pregare.

Si può raccontare cosa c’è nel cuore dei genitori di una figura in odore di santità?

C’è consolazione, perché vediamo i frutti di tutta la storia di Chiara, e da genitori ci sentiamo consolati, il resto non lo sappiamo immaginare, lo vivremo di volta in volta.

E cosa si prova nell’ascoltare quel “fa’ che Chiara sia proclamata beata”?

Noi non sappiamo se il processo andrà avanti e se sì con quali tempi e se noi ci saremo ancora, però il 21 settembre è stata una festa perché vedere comunque che tanta persone si rivolgono a lei, vedere che la Chiesa ha riconosciuto i presupposti per iniziare questo processo di beatificazione ci rende già soddisfatti. Se poi un giorno verrà riconosciuta anche beata o santa non potremo che essere ancora più contenti. Staremo a vedere senza mettere limiti alla provvidenza.

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Chiara Corbella, parla il marito: «Lei è santa. Da una disgrazia è nata una grazia»
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