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sabato 19 aprile 2025
 
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I Mariologi italiani: «Non si usa così la Madre di Dio»

09/08/2019  L’Associazione mariologica interdisciplinare italiana denuncia la pericolosa strumentalizzazione della fede da parte del ministro dell’Interno Salvini. «Siamo profondamente offesi per l’uso strumentale di Maria, quando è invocato contro qualunque essere umano»

«Noi, membri del Consiglio direttivo dell’Ami (Associazione mariologica interdisciplinare italiana), ci uniamo ai docenti della sezione San Luigi della Facoltà teologica dell’Italia meridionale e ai membri dell’Associazione italiana dei docenti di teologia morale (Atism) – che un mese fa hanno espresso pubblicamente al presidente Mattarella la forte preoccupazione per le scelte del Governo, lesive dei diritti dei poveri, e per la pericolosa strumentalizzazione della fede da parte del ministro dell’Interno -, alle diverse religiose degli Ordini delle carmelitane scalze e delle clarisse e ai molti teologi italiani e ai tanti esponenti della Cei, fin nei suoi più alti vertici, che si sono espressi chiaramente in tal senso, per ricordare, in particolare, che – al di là delle differenti opinioni politiche di ciascuno e delle diverse proposte di soluzioni tecniche rispetto all’accoglienza delle persone che fuggono da condizioni di vita estremamente dolorose alla ricerca di un’esistenza più dignitosa – esiste una profonda contraddizione tra due immagini opposte della Madre di Gesù: da un lato la figura della Madonna che approverebbe e benedirebbe le scelte governative contro i migranti e che viene brandita per difendere la presunta identità occidentale e cristiana dell’Italia e dell’Europa contro gli altrettanto presunti assalti degli immigrati islamici, africani e asiatici; dall’altro la persona evangelica della profuga Maria di Nazaret, donna asiatica perseguitata e costretta con la famiglia a scappare e a trovare rifugio nella nazione più ricca dell’Africa del tempo (Vangelo di Matteo, 2,13-16); della donna del Magnificat ‘che non dubitò di proclamare che Dio è vendicatore degli umili e degli oppressi e rovescia dai loro troni i potenti del mondo’ (Paolo VI, Marialis cultus 37); della madre del Crocifisso, che – secondo la bimillenaria tradizione cristiana – continua a reclamare dignità e giustizia per tutti i crocifissi della storia, quale che sia il colore della loro pelle o l’intonazione della loro lingua; di Maryam, la donna più importante tra quelle menzionate nel Corano, madre di Gesù (considerato dai musulmani il più grande profeta, inferiore solo a Maometto), la quale è venerata e riconosciuta dai fedeli dell’islam come ‘santa e piena dello Spirito di Allah’ ed è un perno del dialogo islamo-cristiano. Siamo profondamente offesi – insieme a tutti coloro che sperimentano in maniera autentica la presenza della Vergine nella loro esistenza e ne riconoscono la tenerezza nei confronti dei poveri di tutte le nazioni – per l’uso strumentale del nome di Maria, quando è invocato contro qualunque essere umano».

Firmano la lettera padre Antonio Escudero Cabello, padre Giovanni Grosso, Alfonso Langella, Cettina Militello, padre Salvatore Perrella, padre Gian Matteo Roggio, padre Alberto Valentini dell’Amsi (Associazione mariologica interdisciplinare italiana)

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