S'intitola i "Martedì della Gregoriana" il ciclo di conferenze pubbliche, aperte a tutti, organizzate dal Centro Fede e Cultura "Alberto Hurtado", che si svolgono ogni martedì, su temi scelti di anno in anno, realizzati con collaborazioni varie, interne ed esterne all’Università. Per quest’anno il tema da approfondire è quello della Sinodalità dopo l’avvio lo scorso ottobre, a Roma e in tutte le chiese particolari, del cammino sinodale della Chiesa mondiale.
«La chiesa», scrivono gli organizzatori, «è testimone di Dio nel tempo, camminando, scoprendosi suo popolo. Lo Spirito santo conduce, lasciarsi guidare imprime ai passi il valore della fedeltà che interroga, spera, e ricrea il sogno di Dio sulla storia. Articolando dialoghi e laboratori, l'intento sarà approfondire, distinguere e pensare intorno alla Sinodalità figure, categorie e relazioni, per contribuire al processo avviato in tutta la Chiesa».
I prossimi appuntamenti sono in programma il 22 febbraio: Sensus Fidei, relatori Filippo Gridelli e Roberto Repole. Poi il 15 marzo la riflessione sul Popolo di Dio, con Serena Noceti, Dario Vitali.
Il 26 aprile si parlerà del Processo Sinodale alla prova del codice insieme a Riccardo Battocchio e Pierluigi Consorti e il 17 maggio sul Processo Sinodale: quali pratiche con Stella Morra e Marianella Sclavi
«Il nostro Centro», sottolineano gli organizzatori per spiegare l'iniziativa, «ha voluto raccogliere l’invito rivolto a tutta la Chiesa di costituirsi parte attiva del processo sinodale. Ognuno offre, insieme agli altri, uno spazio, tra servizio e carisma, per approfondire, distinguere e pensare figure, categorie e relazioni essenziali alla Sinodalità. La forma scelta è quella del dialogo per le conferenze, così da indicare il valore dell’ascolto nelle differenze, facendo incontrare non solo visioni diverse, ma anche discipline che difficilmente si interrogano nella reciprocità. Ma consideriamo una sfida l’occasione dei “laboratori” immaginati come autentico esercizio di Sinodalità, nella speranza di coinvolgere, insieme, docenti, dottorandi, e persone interessate provenienti dall’esterno del mondo accademico. Ci siamo accorti che non basta l’assegnazione di parola, c’è bisogno di offrire spazi che vanno difesi, curati, in cui le persone avvertano il riconoscimento della dignità di parola e possano finalmente apprendere a esprimerla, sentendosi efficacemente parte di un cammino comune. Perché la sinodalità è una realtà che va vissuta concretamente e che è necessario - nonché molto bello e stimolante - imparare a vivere».