«Dicono che non si amano più, come è possibile? Ho sbagliato io qualcosa? Sono stata cattiva? È colpa mia?». Sono le inevitabili domande dei figli davanti al dolore di una seprazione. Che risposta dare alle paure di un bambino o di un ragazzo coinvolto, e spesso travolto, dalla fine di un amore? Dalla rubrica "I figli ci chiedono", del settimanale Credere, proviamo a dare qualche consiglio, immaginando un dialogo nato da una lettera arrivata in redazione.
Non so perché lo sto chiedendo a te. Sicuramente non mi puoi aiutare...
«Quanto pessimismo sento nelle tue parole! Intanto spara quello che hai dentro e poi vediamo insieme».
Ieri dopo cena i miei mi dovevano parlare di una questione importante. Vogliono divorziare. E adesso?
«Mi spiace. Mi spiace davvero tanto. Non riuscirò a capirti fino in fondo, perché non ho attraversato questo tuo dolore, né alla tua età, né mai. Ma posso immaginare come ti senti e provare a mettermi nei tuoi panni. Se fossi in te, anch’io mi sentirei disperata. È una brutta batosta. Però, posso dirti che le persone cambiano, le situazioni evolvono e quello che oggi sembra ineluttabile, dopodomani magari farà marcia indietro».
Dicono che non si amano più, ma io non mi sono accorta di niente. Com’è possibile?
«Né tu né io siamo nel cuore del tuo papà e della tua mamma. L’amore è un sentimento gigante e ha la forza di spaccare le montagne. Eppure a volte trova degli ostacoli. In questo momento i tuoi ne hanno trovato uno bello grosso e devono capire come gestirlo. E tu puoi fare il tifo per loro. Non è facile aggiustare un rapporto di coppia incrinato, ma tu puoi fare la tua parte, soprattutto spingendoli a ripensare al fidanzamento e ai momenti più belli e intensi della loro storia che li hanno portati a decidere di sposarsi. Tu sei il frutto di quella decisione e da lì l’amore può ripartire. Non è facile, ma vale sempre la pena di provarci».
Non credo più nell’amore!
«Prendere il bene che gli altri ci danno spontaneamente è facilissimo, fare del bene sempre, anche quando gli altri non possono ricambiare, è più difficile. Nella coppia è la stessa cosa e il matrimonio non va visto come una meta, bensì come un punto di partenza. L’amore va coltivato giorno per giorno, con impegno e pazienza. Bisogna alimentarlo, non cresce da solo. Come una pianta ha bisogno di sole e di acqua per vivere, così l’amore ha bisogno di tenerezza, di verità, di fiducia, di gesti generosi».
È difficile allora un matrimonio...
«Ho incontrato tante persone che credevano che il matrimonio fosse un punto d’arrivo, come dire: dopo tanti anni per capire se ci amiamo veramente e se siamo fatti l’uno per l’altra, adesso che siamo convinti ci sposiamo e fine della storia. Ecco, se si pensa questo, è proprio la fine della storia, ma quella dell’amore! Perché il matrimonio è un punto di partenza verso nuovi orizzonti e occorre fare la giusta fatica per raggiungerli».
Ho sbagliato io qualcosa? Sono stata cattiva?
«Perché questa domanda? Credi davvero che per qualche capriccio, o per delle incomprensioni con te, papà e mamma decidano di dividersi? Non c’è logica in questo ragionamento. Sono tanti i motivi che minano l’amore di una coppia, ma certamente tu non sei annoverata fra quelli».
Questa notte non ho chiuso occhio!
«Di una cosa sono sicura: comunque andrà la storia, l’amore che mamma e papà hanno per te rimarrà immutato. E promettimi una cosa: qualunque cosa accada, impegnati per far capire ai tuoi genitori, in tutti i modi e in ogni momento possibile, che loro per te sono due genitori speciali. Questo li farà respirare aria buona e magari potranno riscoprire il valore dello stare insieme felici. Gesù ha su di noi una conoscenza che ci valorizza. Impariamo da lui».
Disegno di Giulio Peranzoni