«In tutti questi anni ci siamo sentiti e confrontati spesso. Ho incontrato una straordinaria leader, autenticamente europea, intelligente, sempre preparata, gentile, sia quando si tratta di esprimere le proprie idee, sia quando vuole esprimere il proprio disaccordo ». È il giudizio di Mario Draghi su Angela Merkel, così come lo riporta Massimo Nava nella biografia che ha dedicato alla cancelliera tedesca: « Angela Merkel, la donna che ha cambiato la storia ». Fra le personalità italiane, Mario Draghi è senz’altro quello che conosce meglio la Merkel. Ma anche Massimo Nava, storica firma del « Corriere della Sera » , ha imparato a conoscere bene la donna che i tedeschi chiamano familiarmente (e affettuosamente) « Mutti » (mammina). Le sue ricerche gli hanno consentito di raccogliere un’impressionante documentazione di cui si è servito per il suo libro, opportunamente pubblicato alla vigilia delle elezioni politiche dopo le quali Angela Merkel lascerà l’incarico che ha occupato ininterrottamente per 16 anni. Una longevità politica straordinaria, che ha consentito alla cancelliera di conoscere quattro presidenti americani e altrettanti presidenti francesi, cinque primi ministri britannici e una ventina di presidenti del consiglio italiani (considerando i doppi e tripli incarichi).
Massimo Nava, già inviato speciale di punta del « Corriere della Sera », corrispondente di guerra (nei Balcani), poi corrispondente da Parigi e attualmente editorialista, conosce bene la Germania, un paese al quale aveva già dedicato un saggio storico, « Storia della Germania dopo il muro. Dall’unificazione all’egemonia in Europa » (Rizzoli, 2020). Da anni la figura di Angela Merkel lo interessa (o forse sarebbe più esatto dire che lo affascina). La vita pubblica della cancelliera tedesca è una delle più documentate al mondo, ma ben poco si sa della sua vita personale.
Ed è qui che Massimo Nava è andato a scavare, a raccogliere informazioni (e anche qualche indiscrezione) sui primi trent’anni vissuti da Angela Merkel nella soffocante atmosfera dell’ ‘altra Germania’, la Germania comunista o Ddr. L’educazione protestante, lo squallore della dittatura, l’onnipresenza della Stasi (la terrificante polizia politica della Ddr), la formazione scientifica, l’aspirazione alla libertà. Ancora oggi, però, la « privacy » della cancelliera è una fortezza quasi inespugnabile: per questo è così interessante il lavoro compiuto da Massimo Nava, un po’ cronista e un po’ storico, narratore e psicologo. « Destino e carattere influenzano la storia di ogni individuo », scrive l’autore. « Nel caso dei leader, si sommano alla capacità di andare oltre il quotidiano, di diventare visionari senza essere ingenui ».
«Mutti », che in tedesco vuol dire mamma, o più esattamente « mammina », è la figura che protegge la famiglia, si occupa dei figli, allevia le fatiche del marito. Il soprannome affibiatole con sarcasmo e ironia dagli avversari, si è rivelato l’arma più potente della cancelliera, nel senso - sottolinea Nava - che i tedeschi hanno riconosciuto in lei, e nella sua rassicurante normalità, la madre protettiva, saggia e parsimoniosa, l’incarnazione della « casalinga sveva » piena di buon senso e attenta ai risparmi, che la Merkel evocava quando fustigava i Paesi con debiti elevati. Questa è la donna che è riuscita a imporsi sulla scena tedesca e internazionale affrontando un mondo di uomini. Fra questi, Gerhard Schröder, Silvio Berlusconi, Nicolas Sarkozy, Vladimir Putin, Donald Trump, che l’hanno trattata con arroganza, supponenza, e addirittura volgarità, senza riuscire a farla vacillare. Al contrario, con il loro atteggiamento l’hanno aiutata a farsi largo nell’universo maschile.
Particolarmente interessante, per noi lettori italiani, il capitolo in cui Nava passa in rassegna i rapporti di Angela Merkel con i presidenti del Consiglio che si sono succeduti negli ultimi anni. Enrico Letta ricorda che la cancelliera aveva, nei suoi confronti, « un atteggiamento quasi materno ». Più difficile il rapporto con Matteo Renzi che alla Merkel ricordava l’impazienza di Sarkozy. Per Mario Monti, la cancelliera nutriva molto rispetto, mentre sopportava a stento Silvio Berlusconi . Massimo Nava cita un diplomatico: « Quando ascoltava Monti, la Merkel prendeva appunti. Quando parlava Berlusconi alzava gli occhi al cielo ».
Massimo Nava ricorda che gli oppositori, nel corso degli anni, erano andati a rovistare negli archivi della Stasi per tentare di scoprire qualcosa che potesse compromettere, indebolire o affondare la Merkel. Invano: nell’armadio di « Mutti » non c’era traccia di scheletri. Non ne ha trovati neppure Nava: anzi, la parte dedicata agli anni in cui Angela, arrivata piccolissima nella Ddr, poi diventata adolescente e donna nella soffocante atmosfera della Germania comunista è senza dubbio la più interessante del libro, nel senso che aiuta a capire chi è stata, veramente, la « ragazza venuta dall’Est ». Una donna che ha dato prova di un coraggio e di un pragmatismo straordinari, per esempio nel 2015 quando ha accettato di accogliere in Germania quasi un milione di profughi provenienti dalla Siria e altre aree di conflitto. O quando per affrontare la crisi sanitaria e la pandemia del Covid 19, ha deciso, forse a malincuore. (« con il cuore spezzato », scrive Massimo Nava) ma con determinazione, di rinunciare al sacrosanto dogma del rigore e dell’austerity e convertirsi alla solidarietà avallando il Recovery Fund europeo, un piano di sostegno senza precedenti. E per aiutarla a compiere la difficile svolta, furono determinanti i consigli e l’appoggio di Mario Draghi. Quando, fra qualche settimana, Angela Merkel uscirà dalla cancelleria, e quale che sia il suo successore, il mondo proverà un senso di vuoto. Un vuoto che fa paura a tutti, amici e avversari, tedeschi e stranieri. Come saranno la Germania, l’Europa e il mondo senza la Merkel? Più che un vuoto, è un inquietante punto interrogativo che si profila.