Una forte esperienza di crescita spirituale
Il nostro pellegrinaggio in Terra Santa è stato un’esperienza di una bellezza e intensità assolutamente inaspettate. Il contatto diretto con i luoghi santi, le letture del Vangelo sul posto, i commenti di padre Jacques e la sua disponibilità hanno arricchito il viaggio e reso vivide e reali ai nostri occhi le immagini che da sempre ci hanno accompagnati in tutto il nostro cammino di fede. Un grazie a Famiglia Cristiana e a tutti gli organizzatori per la piacevolissima compagnia. E per aver trasformato il viaggio in una crescita spirituale.
Giorgio ed Elisa
Foto di Ettore Colombo
Una visione di luce nuova
Caro don Antonio, anche noi, come coppia, abbiamo avuto la gioia di partecipare al pellegrinaggio in Terra Santa. Ci siamo sentiti fraternamente accolti. Come in una famiglia. Il Signore ci ha colmato di grazia e ha rinvigorito la nostra poca fede. Sentiamo vivo il bisogno di trasmettere questa gioia ricevuta e di comunicare lo splendore di Dio a quanti incontreremo sul nostro cammino. Ogni luogo santo e ogni esperienza bella vissuta con altre famiglie cristiane, in particolare la Santa Messa celebrata sulle barche in mezzo al lago di Tiberiade, ci hanno dato una visione di luce nuova. E ci hanno aperto il cuore e la mente a una profonda speranza nel Signore, convinti che lui ci ama davvero e sempre. Le celebrazioni, le preghiere, le riflessioni profonde e mirate sui brani di Vangelo nei luoghi più toccanti e significativi della vita di Gesù ci hanno commosso e ci hanno dato serenità e pace. Ringraziamo il Signore per tutto questo e ci affidiamo a lui perché ci aiuti a cercare sempre il bene e a rendere feconde le rinnovate promesse battesimali e matrimoniali vissute sul fiume Giordano e a Cana di Galilea. Grazie di cuore.
Lucia e Giuseppe
Ricordo indelebile della Messa a Taybeh
Per la prima volta ho vissuto l’esperienza di un pellegrinaggio. Avevo già visitato la Terra Santa affascinata dalla bellezza paesaggistica e dai segnali prorompenti di una storia umana che emerge anche nei luoghi più remoti e dalla storia delle religioni che hanno indirizzato il futuro per due millenni. Non avrei mai immaginato che un’esperienza vissuta potesse trasformarsi in un’esperienza spirituale. Rivisitare con il cuore o per meglio dire con l’anima, sentirsi uniti agli altri nella preghiera, la profondità del sentire che determina la vera vicinanza. Il ricordo della Santa Messa a Taybeh rimarrà indelebile nella mia memoria. Torno da questo pellegrinaggio ripulita dalla polvere che ricopriva le mie radici cattoliche.
Maria Grazia
Tante emozioni nei luoghi di Gesù
Questo pellegrinaggio in Terra Santa mi ha colpito molto. La possibilità di rileggere i passi dei Vangeli che raccontano la vita di Gesù, nei luoghi in cui ha vissuto, ha suscitato in me emozioni particolari. Quelle immagini mi torneranno alla mente ogni volta che rileggerò il Vangelo. Un ricordo particolare va all’emozione provata nella Messa a Betlem, animata dai bambini, con i canti natalizi e il bacio al Bambino Gesù. Non posso scordare neanche la sensazione di tristezza davanti a quel muro che divide e separa un territorio geografico, isolando ed escludendo la popolazione palestinese. Una frase scritta sul muro mi ha molto colpito: «Quando regna l’ignoranza le vite sono perse». La stanchezza fisica provata in quella settimana è stata annullata dalla gioia del cuore e dello spirito. E il ritorno a casa ha lasciato un senso di nostalgia per i bellissimi momenti condivisi. In futuro, ogni volta che mi si presenterà un momento di sconforto, quando mi sembrerà di non comprendere il succedersi degli avvenimenti, mi tornerà sempre in mente il passo del Vangelo di Giovanni che tante volte abbiamo sentito in questo viaggio: «Signore, da chi andremo?». Spero, in futuro, di poter vivere altre esperienze simili, in compagnia della nostra grande “Famiglia Cristiana”.
Cristina
Un “viaggio” che non finirà mai più
Quando, un po’ di tempo fa, dal cilindro dei sogni, saltò fuori Famiglia Cristiana con don Sciortino, per un viaggio organizzato verso la Terra Santa, decidemmo subito che era il caso di prendere questa bella idea e viverla. Ci siamo iscritti e siamo rimasti con un bel bagaglio di ansia ad aspettare la partenza. E una mattina la partenza è arrivata. Ma, subito, l’ansia è scomparsa. Ci siamo sentiti circondati da un affetto sincero e pronto a darci una mano con il cuore. Non bisogna dimenticare che io e Franca siamo leggermente “antichi”. Ogni giorno è stata proposta una perfetta organizzazione. E la presenza della nostra guida, padre Jacques Amateis, ci ha riservato in ogni giornata una sorpresa imprevista o profondamente colta, dandoci sempre la certezza che Gesù camminava con noi verso Betlem, Gerusalemme o Nazaret. Ogni sera ho scritto i miei appunti per non dimenticare, per essere per sempre laggiù, nel luogo della nascita della cristianità, a ricercare le ragioni di fraternità e di amore che ci legano alla nostra fede. Tutto è stato costruito con un’attenzione che sfiora un progetto cinematografico. Dove ogni incontro era legato agli straordinari momenti della vita di Gesù: il Giordano, Tiberiade, con la Messa nel mezzo del lago. Tutti i momenti del suo cammino miracoloso fino alle quattordici stazioni del calvario di Cristo. E fino alla sofferenza devastante e alla passione e morte sul Golgota. Vogliamo dirvi, cari amici e fratelli, grazie, per aver costruito in noi una nuova grande amicizia che non avrà più fine. E per aver ridato molte certezze profonde alla nostra fede, alle volte fragile. Io e Franca abbiamo viaggiato tutta la vita. Per sessant’anni abbiamo portato nel mondo il teatro italiano. Ora, per la prima volta, ci avete insegnato che esiste un altro “viaggio” del cuore con Cristo. E questo viaggio non finirà mai più. Grazie a tutti voi perché credete in questi percorsi dell’anima. Un abbraccio.
Franca Nuti e Gian Carlo Dettori
Un momento unico di condivisione
Ritornando in Terra Santa, dopo che vi ero stato nel 2005, all’età di nove anni, ho potuto assaporare meglio questo territorio, così complesso e carico di forti contrasti. Ho notato molti cambiamenti, in positivo e in negativo. Tante nuove costruzioni contrastano con le aree in cui vivono i palestinesi, separati da Israele da settecento chilometri di un muro di cemento armato. Spettacolo terribile a vedersi. E i cristiani, nella terra in cui è nata la nostra fede, sono ridotti a una minoranza. Solo il due per cento della popolazione. In questo pellegrinaggio ho potuto riscoprire e ripercorrere i gesti e le parole di Gesù a Betlem, Nazaret, Cafarnao, Gerusalemme, sul lago di Tiberiade e sul fiume Giordano. Uno dei momenti più belli del pellegrinaggio è stata la visita alla comunità cristiana di Taybeh. Dove ho potuto assistere a un momento unico di condivisione, con la Messa celebrata in italiano e aramaico, terminata con uno spettacolo di danze palestinesi. Un’emozione unica. Spero che i cristiani di Taybeh possano far sentire sempre più la loro voce. E che aiutati dalla Custodia di Terra Santa, sull’esempio di san Francesco, tengano viva la loro fede nel Signore. È stato un pellegrinaggio unico. Mi ha fatto riflettere molto sulla difficile e necessaria convivenza tra culture e religioni differenti. Un viaggio come questo nella terra di Gesù dovrebbero farlo tutti. Almeno una volta nella vita.
Matteo Sisti (diciassettenne) - Pavia
La nostra preghiera per tutti i lettori
Caro don Antonio, devo ringraziarla di cuore per aver dato a me e a mia moglie la possibilità di visitare la Terra Santa con un’intensità spirituale molto forte. Grazie alle meditazioni di don Romano Matrone, e alle celebrazioni eucaristiche. Ricordo, in particolare, quella presso la basilica di Lazzaro e l’altra presso la comunità cristiana di Taybeh. Vi abbiamo partecipato con grande commozione. È stato bello pregare anche per le intenzioni dei lettori che non hanno potuto partecipare a questo pellegrinaggio. Mi sono reso conto quanto sia leggera la propria croce di fronte a tante sofferenze. Ci siamo trovati bene con tutti. È stata una bellissima esperienza.
Francesco
Abbiamo davvero “incontrato” Gesù
Caro don Antonio, tornando dalla Terra Santa, io e mia moglie sentiamo il bisogno di esprimere a lei e a tutti coloro che hanno organizzato e così ben condotto il pellegrinaggio la nostra riconoscenza e il nostro ringraziamento. Abbiamo vissuto giorni stupendi, che ci hanno profondamente toccato. E hanno irrobustito la nostra fede in Gesù. Anche grazie alla nostra eccezionale guida, don Romano Matrone. Con lui il pellegrinare per le vie della Terra Santa è stato una continua riflessione e preghiera di lode e ringraziamento a Dio Padre. Abbiamo sopportato il caldo del lago di Tiberiade e del Mar morto, le file di attesa davanti al Santo Sepolcro e alla grotta della Natività, ma ne è valsa la pena. Il ricordo di questi giorni ci accompagnerà per tutta la vita! Il culmine del pellegrinaggio l’abbiamo vissuto nell’incontro con la comunità di Taybeh. Lì abbiamo incontrato Gesù e ci siamo commossi fino alle lacrime. Abbiamo compreso di avere quasi l’obbligo di sostenere questi nostri fratelli cristiani, che vivono tra mille difficoltà. Durante la Santa Messa abbiamo quasi sentito la voce di Gesù che ci diceva: «Visitate pure i luoghi dove io sono nato, vissuto, morto e risorto. Ma se volete incontrarmi è qui tra i miei seguaci che potete farlo».
Vincenzo e Rosa Eleonora
A Betlem protagonisti i bambini
Nel maggio scorso, mentre stavo pensando a un dono significativo per la prima Comunione di uno dei miei nipotini, Giovanni, mi è stato prospettato il pellegrinaggio di Famiglia Cristiana in Terra Santa. Non ci ho pensato due volte. Ho preso la decisione all’istante! Partendo dai luoghi dell’Annunciazione a Maria, e della nascita, morte e risurrezione di Gesù, la nostra guida padre Jacques ci ha fatto rivivere quello che i “giornalisti” del tempo, cioè gli evangelisti, ci hanno scritto e tramandato. Non posso descrivere tutte le emozioni provate. Ma vorrei rammentare un momento particolare delle nostre celebrazioni eucaristiche. Ogni giorno, durante la Messa, don Antonio leggeva le lettere che i lettori di Famiglia Cristiana, non potendo partecipare al pellegrinaggio, gli avevano inviato. Lettere commoventi. Spaccati di vita quotidiana, che raccontavano malattie, perdita del lavoro, desiderio di giovani coppie d’avere un figlio, morte di un bambino. O, semplicemente, invocavano la speranza di un futuro migliore. Voglio assicurare che centinaia di persone hanno pregato per queste intenzioni dei lettori, si sono commosse e hanno condiviso la loro realtà. Infine, mi piace ricordare i “nostri” bambini in Terra Santa! In particolare, siamo stati tutti colpiti da due famiglie meravigliose di Livigno: sette bimbi, uno dei quali di tredici mesi, super organizzati. I più grandi badavano ai piccoli, e questi seguivano ogni percorso, senza lamenti, sempre allegri. C’era un momento della giornata in cui era bello vedere tutti i bambini del gruppo, quando seduti vicino all’altare, seguivano in silenzio e sereni la funzione religiosa. La Messa a Betlem è stata tutta dedicata a loro. Hanno letto a turno le intenzioni. Hanno pregato per l’abbattimento del muro che divide la Palestina da Israele, per la pace tra i popoli, per l’amore reciproco sull’insegnamento di Gesù. Preghiere dette dai bambini, che ci fanno sperare in un futuro migliore. Come quello che auguro a Giovanni, che ha vissuto il pellegrinaggio mai lamentandosi per le “levatacce” e sempre sorridente.
Rosalba Cicogna - Milano
Le “pietre viventi” della Terra Santa
Caro don Antonio, le sono riconoscente per la sua amicizia durante il pellegrinaggio in Terra Santa. Mi porto un bel ricordo delle riflessioni di don Francesco Piazzolla. Ho ammirato la presenza umile e forte del cardinale Coppa. E gradito l’incontro fraterno con i sacerdoti del gruppo. Il pellegrinaggio mi ha fatto conoscere le “pietre viventi” della Terra di Gesù, la loro storia e le situazioni di vita attuali. Ora, riprendo il mio “piccolo” impegno pastorale da pensionato. E mi sento arricchito dai molti contatti umani e da una conoscenza più profonda dei passi della Bibbia e dei Vangeli. Auguri a lei e ai suoi collaboratori.
Don Ottorino - Sondrio
Risponde don Antonio Sciortino
Lettere commoventi e molto significative, di ritorno dal nostro pellegrinaggio in Terra Santa, dal 3 al 10 settembre scorso. Un viaggio pensato e organizzato in vista dell’Anno della fede. E in coincidenza del cinquantesimo anniversario del concilio Vaticano II, una “ventata di primavera” per la Chiesa. Una settimana nella Terra di Gesù, dalla Galilea alla Giudea, alla riscoperta delle nostre radici cristiane. E per rinsaldare i legami di unione e solidarietà con la comunità cristiana locale, che custodisce i luoghi sacri. E “resiste”, tra mille difficoltà, alla tentazione di emigrare altrove. Come è stato per i seimila abitanti del villaggio cristiano di Taybeh, ridottisi negli anni a poco più di un migliaio di persone. “Pietre vive”, che abbiamo incontrato in una suggestiva celebrazione eucaristica. A pregare insieme in aramaico e italiano, tra canti e invocazioni alterne. È stato un “viaggio” dello spirito che non finirà mai più, come hanno scritto Gian Carlo e Franca. Non un semplice ricordo di una bella esperienza. Ma l’inizio di una nuova testimonianza cristiana. Da vivere con più coraggio. In controtendenza a un mondo che vuole escludere Gesù dal proprio orizzonte. Se solo sappiamo ripartire da quei Vangeli, che abbiamo sentito risuonare nei luoghi santi.
D.A.