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giovedì 14 novembre 2024
 
esclusivo
 

Antonio Sellerio: «Camilleri è vivo e torna con un romanzo storico»

04/04/2024  Parla il figlio di Elvira, che ha preso in mano le redini della casa editrice siciliana: «I suoi libri sono un esempio unico nella letteratura italiana di scrittura coltissima e popolarissima allo stesso tempo. La voce del loro autore tornerà a farsi sentire con un'opera postuma»

Nell’ultima decade di maggio del 1984 Andrea Camilleri pubblicò la sua prima opera con la casa editrice Sellerio. Il titolo del romanzo storico, Una strage dimenticata, si riferiva a un doppio eccidio di contadini e detenuti durante i moti siciliani del 1848. Camilleri evidenziò come l’oblio sarebbe stato voluto sia dai Borbone sia dai Savoia.

Nella prima metà di marzo del 1994, invece, lo scrittore pubblicò – sempre con Sellerio – la sua prima inchiesta del commissario Salvo Montalbano: La forma dell’acqua, un giallo ironico ambientato nel sistema di potere politico-mafioso dell’immaginaria Vigàta, con un susseguirsi di delitti eccellenti.

Su questi due importanti anniversari letterari abbiamo intervistato Antonio Sellerio, direttore editoriale della storica casa editrice palermitana (animata anche dalla sorella Olivia, cantautrice, che ha composto, tral'altro, le canzoni delle ultime stagioni delle fiction Il commissario Montalbano e Il giovane Montalbano). Per l’occasione, Antonio Sellerio ha annunciato la pubblicazione del romanzo Un sabato, con gli amici, scritto da Camilleri oltre 15 anni fa, ambientato nella società borghese non siciliana e accompagnato da una nota dello scrittore Nicola Lagioia.

Chi propiziò il debutto di Camilleri con voi?

«Andrea Camilleri è arrivato nella nostra casa editrice grazie a Leonardo Sciascia. Nei primi anni Ottanta, stava preparando la sceneggiatura della miniserie televisiva Western di cose nostre, tratta da un racconto dello stesso Sciascia. Dopo avere trovato documenti su una incredibile strage dimenticata avvenuta a Porto Empedocle nel 1848, Camilleri li consegnò al grande scrittore racalmutese proponendogli di trarne una delle sue celebri cronache. Sciascia – che conosceva e riconosceva il talento letterario del suo conterraneo – lo spinse a occuparsene direttamente, assicurandogli che, una volta completato il libro, ne avrebbe caldeggiato la pubblicazione a mia madre, Elvira Sellerio».

Trent’anni fa, invece, la Sellerio pubblicò il primo giallo di Camilleri sul commissario Montalbano, dal titolo La forma dell’acqua. Quale fu la genesi del romanzo?

«Si trattò di un romanzo molto “sciasciano”, forse diverso dagli altri della serie; Camilleri lo pensò come un unicum. Tuttavia, terminata l’opera, si accorse che aveva ancora molto da dire riguardo a quel poliziotto e così volle scrivere anche Il cane di terracotta. A quel punto, Camilleri si sarebbe voluto fermare, ma mia madre lo convinse allora a continuare la serie e, a poco a poco, il pubblico non solo si consolidò ma crebbe fino a farlo diventare un fenomeno unico nella storia editoriale italiana».

Cosa ha rappresentato, dunque, Andrea Camilleri per la letteratura italiana, per la storia italiana e per la casa editrice Sellerio?

«Un esempio unico di scrittore coltissimo e popolarissimo! Pochi conoscevano, al suo livello, la poesia e il teatro, la letteratura contemporanea e quella classica, gli scrittori di genere e quelli più sperimentali. E questa sua incredibile cultura l’ha riversata in migliaia di pagine di lettura piacevole e raffinata. Era un profondo indagatore dell’animo umano e della società italiana. Pochi hanno avuto un impegno civile pari al suo, pochi scrittori sono stati così amati quanto lo era lui, talvolta persino da chi aveva opinioni politiche opposte alle sue… Per noi è stato un successo irripetibile, ci ha fatto conoscere anche da un pubblico che fino a quel punto non avrebbe acquistato un oggetto raffinato come i nostri libri blu. È stato anche l’emblema del modo di lavorare di mia madre: percorrere strade nuove (il romanzo in una lingua inventata), percorrerle fino in fondo a prescindere dall’immediato successo».

Quali ricordi personali di Camilleri conservate in famiglia?

«Era una persona straordinaria, meravigliosa. Era affascinante, generoso di sé, disponibile, corretto… Ed era forse la persona più divertente che abbia mai incontrato. Ma era un lavoratore incredibilmente serio, sempre puntualissimo nelle consegne e negli appuntamenti. Lavorare con lui, sui suoi libri e per i suoi libri, è stato un privilegio per il quale io, mia sorella Olivia e tutte le persone che lavorano e hanno lavorato in questa casa editrice non finiremo mai di essergli grati».

 

(foto Ansa)

 

 
 
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