Conduttore insieme con Matteo Bussola della trasmissione I padri eterni, in onda la domenica mattina alle 11 su Radio 24, FedericoTaddia, 49 anni, vulcanico conduttore e divulgatore, è a sua volta un papà di due ragazzi di 18 e 24 anni, e un figlio. «Ho la fortuna di avere ancora il papà, che è anziano e un po’ acciaccato, e oggi non ho mancato di telefonargli per fargli gli auguri. Io sono un po’ nomade, ma quando rientro alla base a Bologna cerco di passare del tempo con lui». È uscito proprio in questi giorni un libro dedicato al rapporto speciale che i bambini e i ragazzi possono instaurare con i padri. Si intitolo Sei troppo forte papà. 39 attività + 1 per divertirsi insieme (Mondadori), e nasce dalla sua esperienza e dalla sua attività di autore di manuali di gioco per i ragazzi. «L’idea l’ho avuta prima del lockdown di primavera, e poi ho cercato di privilegiare attività che si possono fare al chiuso tenendo conto che per forza di cose padri e figli si stanno trovano a condividere più tempo insieme in casa. Per esempio ho notato che durante il lockdown in molte famiglie si è provato a ricostruire l’albero genealogico. In un momento in cui gli affetti erano lontani, si cercare di fare famiglia anche in quel modo. Questa è una delle 40 attività che propongo. Un’altra è smontare insieme al papà un vecchio smartphone, un modo per conoscere da vicino uno strumento così familiare e farsi anche delle domande. E ancora, come stirare una camicia insieme, o preparare una maschera di bellezza, perché sì, anche i papà vogliono curare il proprio aspetto. O ancora fare una maratona televisiva, scegliendo insieme la serie tv, o i film da vedere, concedersi un menù un po’ stuzzicante da consumare sul divano. Insomma degli spunti per creare dei momenti speciali unendo passioni e talenti»
Se un tempo c’era una divisione netta dei ruoli genitoriale il campo più emotivo era territoriale quasi esclusiva delle mamme, ora i papà stanno sperimentano una dimensione di complicità con i figli. «Non dico che i padri servono porsi come amici dei figli, credo nel loro ruolo di guida, con autorevolezza e distacco, ma se c’è complicità c’è fiducia e anche i no vengono accolti meglio, anche se necessariamente occorre dare dei paletti, delle regole che poi solo in un secondo momento saranno compresi. Nella fase della preadolescenza, quando si diventa più insofferenti ai limiti, si possono riscrivere le regole insieme».
Se quando i bambini sono piccoli è più facile trovare attività da fare insieme, man mano che i figli crescono può essere un’impresa più ardua. «Occorre sapersi mettere in gioco. Io, che pure sono uno sportivo, ho sempre detestato andare in camper, ma uno dei miei figli che viaggiava in quel modo coi nonni, voleva vivere quell’esperienza con me. Mi sono fatto forza, e ho accettato per scoprire poi che è stata una magnifica esperienza, in camper si è costretti a condividere uno spazio ristretto e a prendere continue decisioni. Ci ha molto avvicinato. Ora con i miei ragazzi grandi vedo film insieme, intavolo lunghe discussioni, e abbiamo riscoperto, grazie anche alla serie La regina degli scacchi, la passione per quel gioco».