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mercoledì 12 febbraio 2025
 
 

Vacanze, viaggio nei paradisi marini

22/07/2012  Il nostro Paese vanta 27 aree marine protette, due parchi sommersi e un “santuario” per i mammiferi marini: un “tesoro d’acqua”. Ecco alcune riserve.

Le aree marine protette (Leggi n. 979 del 1982 e n. 394 del 1991, ministro dell’Ambiente) sono acque, fondali, coste, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali. E' un “tesoro d’acqua” racchiuso in circa 222 mila ettari di mare e oltre 700 chilometri di coste.
 Le aree marine protette generalmente sono suddivise al loro interno in zone denominate A, B e C. La zona A, indicata sulle cartine con il colore rosso, di maggior valore ambientale, è a protezione integrale. La zona B,  di colore giallo, e C, di colore azzurro, assicurano la gradualità della protezione per conciliare la conservazione dei valori ambientali con la fruizione e l’uso sostenibile dell’ambiente marino.
 La zona C, di riserva parziale, rappresenta la fascia tampone tra le aree di maggior valore naturalistico e i settori esterni alla riserva marina. In genere è la più estesa.

Donatella, gli ottomila chilometri di coste della nostra penisola li ha percorsi, scoperti, ammirati tutti. Tanto che scegliere i luoghi più belli e preziosi da presentare nel suo ultimo libro, Le 100 perle del mare italiano (Edizioni Rai Eri Rizzoli, pagine 245, euro 21,50), è stato particolarmente difficile. «Dopo una prima scrematura ne abbiamo selezionati 250, di questi abbiamo tenuto quelli di eccellenza».
Più di una guida, il libro racconta, in maniera quasi visiva, le coste, le spiagge, le isole. Per ognuna c’è un’osservazione, una curiosità, una storia o una nota di gastronomia. Il suo approdo preferito?
«In Italia siamo circondati dalle meraviglie. Sono nata a La Spezia, perciò i miei posti del cuore sono in Liguria: il Golfo dei Poeti, le Cinque Terre, la Via dell’Amore. Adesso frequento molto la Sardegna, le Bocche di Bonifacio, Santa Teresa di Gallura. Ma come si può fare un confronto, per esempio, tra Pantelleria e Lampedusa o Panarea? Impossibile non emozionarsi ricordando le Tremiti raccontate da Lucio Dalla o Lampedusa da Claudio Baglioni».
 – Fare le vacanze nelle aree marine protette è considerato da qualcuno un’esperienza di nicchia, perché luoghi difficili da vivere. È così?
 «No, anzi, sono perfette per le vacanze riposanti e tranquille, perché non sono invase da imponenti strutture turistiche, si può alloggiare nelle case dei pescatori o in piccole pensioni. Non ci sono alberghi a varie stelle, ma si vive in una dimensione semplice ed economica, piacevole per le famiglie».
– Proteggere la natura è un limite o una risorsa per l’economia del posto?
«È una grande fortuna avere così tante aree marine protette. Si è fatto un gran lavoro di tutela e funziona bene. Per esempio alle Cinque Terre si fa il bagno circondati dai pesciolini e a Torre Guaceto l’incremento della fauna ittica è stato di oltre il 300 per cento. Queste realtà ben si conciliano con la tendenza che si diffonde sempre di più della vacanza semplice. Ci stiamo riappropriando del rapporto con la natura. Il gioco con i pesciolini non sarebbe possibile se non ci fossero le riserve. Quello che funziona meno bene è la gestione, perché non ci consente di valorizzare le potenzialità economiche di queste zone».
– Che cosa si potrebbe fare?
«Le aree marine protette sono importanti per il turismo, per esempio le isole Medas in Spagna hanno oggi un parco ricco di pesci, dove sono tornate specie che avevano abbandonato questi mari da tempo. Bene, intorno alla riserva sono sorte tante attività di servizio, per esplorare il mare e il mondo subacqueo, che hanno fatto nascere una nuova economia, in cui non c’è conflitto tra tutela dell’ambiente e sviluppo. Facciamo un esempio. Quanto vale una cernia morta? Per quanto possa essere pregiata, da viva vale molto di più, perché la sua presenza fa nascere una serie di attività collaterali che portano ricchezza. Si chiama effetto parco e dimostra che la tutela funziona, anche dal punto di vista economico. Che il merito vada alla protezione e non ad altri fattori è dimostrato da quello che accade nelle Bocche di Bonifacio, striscia di mare che divide la Sardegna dalla Corsica. Da noi la cernia bruna è rara, si trova solo a grandi profondità. Scappa. Invece in Corsica è presente in gran numero. Per vederla hanno organizzato un’intensa attività subacquea, che dà lavoro a tante persone. Eppure ci sono solo tre miglia di distanza, è lo stesso mare, uguale morfologia e fondali». 
  

– Quest’anno Lineablu dedica ampio spazio all’esplorazione del mondo sommerso. Come si affronta l’attività subacquea nelle aree protette? Tutti possono fare immersioni?
«Ci sono molti modi per andare sott’acqua. C’è quello di chi vuole fare sempre nuove scoperte e quello semplice, tranquillo. Mi rivolgo alle persone comuni, come me, che possono fare attività subacquea anche praticando semplicemente lo snorkeling, sottocosta. Pagaiando in canoa e portando con sé pinne maschera si può scoprire un mondo bellissimo. Certo, non è così dovunque, ma nelle aree marine protette questo è possibile».
– Lei cita spesso una frase di Jean-Jacques Cousteau: «Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti sul mare non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima».
«Già, vorrei averla scritta io».
– Come è nato il suo intenso amore per il mare?
«Quando ho cominciato a lavorare per la trasmissione televisiva. Prima l’avevo subìto, perché tutta la mia famiglia adorava il mare: mio nonno era maestro d’ascia, mio padre lavorava in un cantiere navale, mio fratello frequentava un circolo di vela, mia sorella faceva regate. E così io li seguivo, quasi per obbligo. Poi da grande ho scoperto un altro mare, ho fatto esperienze straordinarie, come quando ho trascorso una notte a bordo di un peschereccio per la cattura del pesce spada».
– I suoi figli condividono questo trasporto?
«Da piccoli mi hanno seguito nell’attività subacquea. I bambini sono affascinati dal mondo sommerso. Adesso con Pierluca, che ha dieci anni, vado a pescare. Io e lui da soli con il gommone. Prendiamo pesciolini da frittura, niente di importante, ma ci divertiamo, è una cosa che ci lega molto. Federica ha 20 anni, va in vacanza con gli amici, le piace viaggiare, cambia meta, ma sceglie sempre isole o coste».

Tra le rocce di granito dell’isola di Molarotto si nasconde la lucertola blu. «È una specie unica, spiega Gavino Canu, portavoce dell’ente di gestione di Tavolara-Punta Coda Cavallo (Olbia). «Il piccolo rettile vive nella zona rossa, un’area superprotetta, dove si riproduce in tranquillità e dove solo gli studiosi possono accedere. La fauna marina è estremamente ricca, ha esemplari di tutte le specie e numerosi sono i delfini e gli altri cetacei. Dalla zona rossa, dove si riproducono senza essere disturbati, i pesci migrano verso le altre aree della riserva. La specie simbolo è la cernia bruna, che raggiunge qui grandi dimensioni e si può avvicinare facilmente. Numerose sono le attività organizzate per ammirare i fondali marini. L’attività subacquea viene praticata in apnea e con i respiratori. I punti di immersione sono segnalati con delle boe e sono molto frequentati dai turisti».

L’area marina protetta Tavolara-Punta Coda Cavallo è affidata a un consorzio costituitosi fra i tre Comuni di Olbia, Loiri-Porto San Paolo Le perle sarde e San Teodoro (Sassari). Occupa un’area di 15 mila ettari di mare, suddivisa in zone a diverso grado di tutela.  www.amptavolara.com 
    

Regole di comportamento per i turisti nelle aree marine protette
1. Se pratichi la pesca, non superare i limiti relativi alle dimensioni e la quantità giornaliera del pescato.
2. Raccogli i tuoi rifiuti, non gettarli in mare.
3. Evita di ancorare sulla prateria di posidonia, cerca zone sabbiose o ciottolose.
4. In immersione mantieni assetto neutro evitando il contatto con il fondo e con gli organismi marini. Non offrire cibo agli animali che incontri sott’acqua.
5. Informati su quali sono le specie protette ed evita di raccoglierle. Non prendere reperti di valore storico o archeologico: avvisa del loro ritrovamento.
6. Se incontri situazioni di degrado dell’ambiente marino o di minaccia a specie animali o vegetali, segnalale.

La specificità della nostra area è di essere contemporaneamente riserva marina e riserva naturale», spiega Alessandro Ciccolella, direttore del consorzio di gestione e dell’area marina di Torre Guaceto (Brindisi) «Questo vuol dire che non solo l’acqua, ma anche la terra è tutelata. Siamo aperti al pubblico e offriamo numerosi servizi turistici, ad esempio quelli per i disabili. Abbiamo dei sentieri per ipovedenti e attrezzature per la balneazione di chi ha mobilità limitata. Per esempio la pedana di legno che arriva fino in riva al mare e la carrozzina speciale per entrare in acqua. Ricordo un signore che, con le lacrime agli occhi, ci ha ringraziato dicendo che da anni, per il suo handicap, non faceva un bagno in mare. Offriamo una varietà di servizi e siamo molto conosciuti per l’attività culturale. Nel periodo estivo vengono sulle nostre spiagge molti artisti. La stagione ha il suo culmine ad agosto con la notte di “Naturalia”, festival di musica e cultura. Le attività della riserva marina ben si integrano con quelle terrestri e anche in questo caso offriamo ai turisti un’occasione per conoscere i prodotti del territorio. Per esempio nelle sere dell’8, 9, 10 agosto per la “Notte di san Lorenzo”, organizziamo un percorso eco-gastronomico, un mercato dei sapori e dei raccolti, della terra e del mare, sotto le stelle». 
 

Il progetto realizzato dal consorzio di gestione Torre Guaceto, con Slow Food, Condotta dell’Alto Salento e Università di Lecce, è uno straordinario esempio di pesca sostenibile e tutela ambientale: si utilizzano solo reti a maglia larga e le uscite in mare si svolgono una volta a settimana. In questo modo l’area ha visto incrementare la popolazione ittica di oltre il 300 per cento, un caso diventato di interesse mondiale.
Lo sfruttamento responsabile della riserva ha anche determinato un notevole riscontro economico per i pescatori. Si prende tanto, si vende subito. «Nella zona C si può pescare», prosegue il direttore. «Ogni area marina ha una sua tipologia di attrezzi consentiti. Ma non c’è solo la pesca: da noi anche in un metro e mezzo di acqua si vedono saraghi, orate, spigole. Lunghe anche un metro, tanto che avvertiamo i bambini, che potrebbero spaventarsi. La consapevolezza dell’importanza e della bellezza della riserva è diffusa tra i turisti, li vediamo venire sulla spiaggia quasi tutti con pinne e maschera, perché sanno che c’è tanto da vedere anche solo facendo il bagno a riva». www.riservaditorreguaceto.it

Il mare di Ustica (Palermo) garantisce l’emozionante esperienza di imbattersi in cernie, tranquille perché indisturbate, in guizzanti aluzzi, ricciole, triglie, orate. La costa è tutta da scoprire e anche chi non possiede barca o gommone immergendosi vicino alla riva si trova nell’affascinante e colorato mondo della prima area marina protetta italiana, riserva dello Stato dal 1986». Il sindaco Aldo Messina, appassionato ammiratore della sua isola, la racconta valorizzandone le bellezze di terra e di mare.
«Per i sub ci sono quindici percorsi naturalistici sommersi, che non sempre richiedono l’uso delle bombole. Facile imbattersi sott’acqua in un reperto storico, per esempio nella Grotta azzurra giacciono i resti di un relitto romano del I secolo a.C. Una boa arancione, nei pressi del faro di Punta Gavazzi, indica l’inizio del percorso archeologico-subacqueo che, seguendo un filo di nylon, consente di osservare gli oggetti, volutamente lasciati al loro posto. Tante le grotte balneabili: la Grotta azzurra, quella di San Francesco il vecchio, della Pastizza, delle Barche, la Grotta verde». 
   

La terraferma non è da meno. «C’è un’importante area archeologica», prosegue il sindaco, «con un villaggio preistorico del 1.400 a.C. Le sue mura sono considerate la fortificazione preistorica meglio conservata del territorio italiano». Da non perdere le passeggiate lungo le stradine dell’isola, ricche di pini, cipressi, eucalipti, querce, lentischio, ginestra. «Poi c’è lo splendido “sentiero di Mezzogiorno”, che consente ai più sportivi di percorrere quattro chilometri d’incontaminato territorio».
Il tipo d’ospitalità? «Chi programma una vacanza lunga sceglie di affittare una casa, altrimenti si va in albergo. Raramente il turista si ferma per meno di quattro giorni». www.ampustica.it 

Fondali marini sabbiosi e rocciosi, grande ricchezza di posidonia, barracuda e pesce pappagallo hanno trovato qui il giusto habitat. Vuol dire che c’è mare pulito e cibo adatto». Francesco Astorino dell’Anta, Associazione nazionale per la tutela dell’ambiente, racconta le bellezze di Capo Rizzuto, (Crotone).
Costa rocciosa alternata a distese di sabbia fine, secche scavate dalle correnti. Cosa si fa per vivere il mare? «Ci sono tante attività adatte anche a chi non è mai andato sott’acqua», prosegue Astorino. «Organizziamo uscite con il solo respiratore e anche minicrociere sul battello con il fondo trasparente. Così davvero tutti possono vedere sott’acqua, anche chi non sa nuotare. Ci sono tante spiagge attrezzate e altre più selvagge. Una di queste è Sovereto. Tra le dune di sabbia giallo ocra e la macchia mediterranea sulla spiaggia cresce spontaneo il raro giglio di mare, bianco e profumato. Le dune di Sovereto rappresentano uno degli ultimi esempi di vegetazione mediterranea intatta».
www.ampcaporizzuto.it

Il battello ecologico è un’imbarcazione versatile e veloce, nata come mezzo per la tutela integrata del mare. Le Cinque Terre (La Spezia) dal 2004 ne ha due. Dispone inoltre della Boa Marlindo, pensata per raccogliere i rifiuti delle barche in rada. «L’area marina protetta non è un luogo chiuso alla fruizione, anzi. Basta rispettare le regole», spiega Vittorio Alessandro, presidente del parco delle Cinque Terre e responsabile dell’area marina protetta.
Ci sono multe per chi contravviene? «Sì, e anche piuttosto severe. La scommessa da vincere è preservare questo tratto di mare, che ha caratteristiche varie: in prossimità di Riomaggiore la costa è alta e scoscesa. Vicino a Levanzo è invece più bassa, facilmente accessibile. Da molti punti si può arrivare alla spiaggia da terra. Le Cinque Terre hanno un rapporto molto intenso con il territorio, mare e colline sono vicine e strettamente legate. Le acque cristalline, la costa alta, il paesaggio come un presepe sono i suoi punti di forza. Vicino c’è il parco regionale di Portovenere, anch’esso protetto, ma con più approdi, così da andare incontro alle esigenze di chi vuole fare turismo nautico». www.parconazionale5terre.it 

«La particolarità del nostro parco è di essere  completamente sommerso», spiega Giulio Fancello, direttore dell’ente RomaNatura, che gestisce l’area marina delle Secche di Tor Paterno (Roma). La riserva si trova infatti a circa 10 miglia dalla costa, tra Tor Vaianica e Ostia. Ha una profondità massima che va da 18 a 60 metri, nulla emerge dall’acqua.
«Perciò la sua fruizione non è adatta a tutti. Per esplorarla bisogna avere un brevetto di subacqueo di secondo livello e una certa esperienza. Solo in profondità si vedono coralli, cavallucci marini. Invece in superficie, in alcune stagioni, si possono avvistare i delfini e alcune specie di uccelli marini. Qui si può praticare la pesca sportiva, ma bisogna avere l’autorizzazione. Quest’anno ne concediamo solo 500 e decidiamo cosa è lecito pescare e con quali attrezzi».www.ampsecchetorpaterno.it
 

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