È stato il giorno della “chiama al buio” e degli incontri frenetici. Pochi nomi quelli letti alla fine della votazione, con gli schieramenti che hanno rispettato le dichiarazioni dei propri leader inserendo nell’”insalatiera” la scheda bianca. Votazioni senza precedenti con la fase delicatissima del passaggio dei voti - espressi dagli undici tra deputati e senatori positivi - dalle apposite postazioni allestite nel parcheggio del Parlamento di via della MIssione fino alle tre urne custodite al centro degli scranni di Montecitorio. Ugo Cappelacci è arrivato in ambulanza, mentre gli altri, per la maggioranza dei casi, con la propria macchina in una sorta di drive in. Intanto in aula hanno votato tra i primi Umberto Bossi in carrozzella, i senatori a vita Giorgio Napolitano, con i suoi 96 anni, Liliana Segre, contraria alla scheda bianca, Elena Cattaneo…
Per tutto il pomeriggio si sono succedute le notizie di Matteo Salvini che saltellava da un leader all’altro incontrando Giorgia Meloni, Enrico Letta, Giuseppe Conte alla ricerca di un accordo. In mattinata si era visto anche con il premier Draghi, ma da Palazzo Chigi è filtrato, sul contenuto dell’incontro, soltanto un «no comment».
Il rebus del tenere insieme Quirinale e Governo - con i più audaci che si spingono fino a ipotizzare un accordo con il prossimo inquilino del Colle anche sul Governo - è stato uno dei nodi nelle discussioni più o meno riservate tra deputati e senatori dei vari schieramenti. Sullo sfondo sempre lo stesso mantra del cercare il miglior leader, che tenga unita l’Italia, che sia scelto in fretta e che non ci faccia perdere i soldi dell’Europa.
Ancora nessuno fa davvero dei nomi, anche se quello di Mario Draghi continua ad aleggiare. Renzi, che non lo dice ma vorrebbe Pier Ferdinando Casini, spiega che le manovre vere non si fanno a favore di telecamera o con i post sui social. E aspetta il momento opportuno per piazzare la zampata.
I parlamentari votano ed escono subito, come impongono le regole anti contagio. I capannelli, però, si fanno all'esterno, con l'assalto dei giornalisti a cercare di interpretare da un sospsiro, da un'espressione del volto, da una mezza parola cosa bolle in pentola. Fino a giovedì, però, quasi sicuramente non ci saranno nomi ufficiali.
In questa prima giornata, cominciata alle 15 si assiste al rito della sanificazione delle mani prima di prendere la scheda, alla paura di macchiare il foglio, all’emozione degli elettori alla prima esperienza. Com’era prevedibile la lunghissima giornata si conclude con «l’elezione della signora Bianca Scheda», secondo la battuta di Emma Bonini. Hanno lasciato il foglio vuoto infatti in 672. Voti sparsi per Paolo Maddalena (36), Mattarella (16), Cartabia, Rosato, Bossi… Ma oggi si sono solo scaldati i motori.