A Milano i musulmani sono circa 100 mila. Non pregano in moschea, perché ufficialmente non ce n’è una, ma in vari luoghi disseminati nella città, dalla Comunità sciita Ahl Al-Bait di via Tolstoj alla Casa della cultura islamica di viale Jenner, finita in passato nel mirino di polemiche, fino all’Associazione islamica di via Padova e il Coreis di via Meda. Solo alle porte della città, a Segrate, c’è una moschea vera e propria che fa capo al Centro islamico. Insomma, una città nella città.
Molti di loro frequentano anche gli oratori e le comunità cristiane. Conoscere queste persone, al di là della contingenze quotidiane, è imprescindibile. Soprattutto dopo i fatti di Parigi che hanno ridato fiato ad estremismi e semplificazioni e nei dibattiti è tornato in auge il tema dell’Islam moderato.
Per questo, la Diocesi di Milano ha deciso di proporre ai propri sacerdoti un ciclo di incontri per affrontare alcuni di questi temi. Gli appuntamenti, informa l’ufficio stampa della Curia, si tengono presso la parrocchia di Santa Maria Incoronata (corso Garibaldi 116, Milano) a partire da mercoledì 21 gennaio e poi proseguiranno il 28 gennaio, 4, 11 e 25 febbraio, 4, 18 e 25 marzo, 8 e 15 aprile.
«Di fronte a quanto sta succedendo e che coinvolge in maniera tragica e disumana molte persone di fede diversa dalla nostra non possiamo evitare di porci alcuni interrogativi senza trincerarci dietro il politicamente corretto. Non si tratta banalmente di assumere un atteggiamento politicamente corretto: i pregiudizi e le precomprensioni fanno parte del gioco», osserva Paolo Branca, islamista, docente di Lingua e letteratura araba all’Università cattolica e responsabile dei rapporti con l’Islam per la Diocesi ambrosiana. Il corso è riservato ai parroci e ai sacerdoti responsabili degli oratori, agli educatori.
Secondo la ricerca, “Educare generando futuro. I minori di origine straniera in Oratorio: dall’integrazione alla condivisione”, realizzata lo scorso anno da Ismu, Fondazione Oratori Milanesi, Caritas Ambrosiana e dall’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi quasi un terzo dei bambini che frequentano le attività dell’oratorio nella Diocesi di Milano è di origine straniera; tra questi il 60% è di fede cattolica, il 25% è di fede islamica, il resto di altre confessioni cristiane. Non solo, ma a Milano aumentano i Centri culturali islamici di varia tradizione e numerose sono le richieste di tanti sacerdoti e laici di formarsi sulla pastorale interreligiosa, specialmente islamo-cristiana.
«La Chiesa ambrosiana da 25 anni è impegnata nel dialogo con l’Islam e le altre fedi», spiega don Giampiero Alberti collaboratore del servizio per l’ecumenismo e i dialogo della Diocesi di Milano.
«Oggi proprio la frequentazione, a vario titolo, delle nostre comunità da parte anche di cittadini di fede islamica, può essere un’occasione storica preziosa per favorire quella comprensione e integrazione che sono la sola strada per una positiva e proficua convivenza a partire da una sempre più approfondita conoscenza».