Con l’ultimo romanzo del commissario Montalbano, L’altro capo del filo, sempre edito da Sellerio, i libri di Andrea Camilleri raggiungono la rotonda quota cento. Un traguardo incredibile, a maggior ragione se si considera che l’autore, con un lungo passato di regista teatrale e televisivo in Rai, ha debuttato nella narrativa solo nel 1978, quando aveva 52 anni (è nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925). Il suo esordio, Il corso delle cose, fu un fiasco, e il suo successo cominciò quando apparve per la prima volta il commissario di Vigata, in La forma dell’acqua (1994). Da allora i libri dedicati al poliziotto, interpretato in televisione da Luca Zingaretti, sono stati 39, alternati con altre opere, tra cui romanzi storici e una serie di ritratti di pittori. Tra i suoi titoli più celebri Il birraio di Preston, La scomparsa di Patò, Il re di Girgenti (quest’ultimo scritto in un misto di siciliano e spagnolo). Tra i romanzi di Montalbano Il ladro di merendine, Gli arancini di Montalbano, Il gioco degli specchi. Una produzione a ritmo cadenzato, due, tre romanzi l’anno, in alcuni casi anche cinque. In questo suo ultimo giallo, L‘altro capo del filo, il commissario Salvo Montalbano decide di farsi un abito su misura per presenziare a una cerimonia di amici con la storica fidanzata Livia. Conosce così una giovane sarta con cui fa amicizia. La ragazza, però, viene trovata assassinata a colpi di forbici e il commissario, per sbrogliare la complicata matassa, deve indagare nel passato della vittima. Malgrado l’età Camilleri è sempre attivo, anche se questa ultima fatica, a causa dei suoi problemi alla vista, l’ha dovuta dettare. Ha già pronti altri romanzi, e di sicuro non si fermerà a quota cento.