LUCIANO M. - Il fisico Guido Tonelli scrive che l’universo era un plasma scuro e tenebroso. Ma 380.000 anni dopo il Big Bang cambiò fisicamente e come racconta la Bibbia: «La luce fu». Le due opinioni, fede e scienza, si possono collegare?
Che vi possano essere, e di fatto vi siano, assonanze fra il primo racconto biblico della creazione e i racconti che ci offre la scienza sull’origine dell’universo non può far ritenere la Bibbia un trattato di cosmologia scientifica, in quanto in essa rinveniamo la visione del mondo e dell’uomo propria del tempo in cui i testi sono stati redatti. Dobbiamo quindi tenere distinti gli ambiti della scienza e della fede, onde non cedere alla tentazione del fondamentalismo, che ha prodotto (e produce) gravi danni, pensiamo ai momenti di conflitto fra uomini di fede e scienziati agli albori della modernità (per esempio il caso Galilei). Sebbene distinti, tuttavia, i due ambiti non si contraddicono. Nella stessa modernità fu elaborata la metafora dei due libri: della Natura e della Scrittura, che hanno uno stesso autore pur essendo diversi e richiedendo approcci diversificati. La scienza in quanto tale non può indurre né la fede né la non credenza (vi sono scienziati sia credenti che non credenti), perché il credere nasce dall’incontro personale col Cristo, appella la nostra libertà e si nutre della Parola di Dio consegnata nelle Scritture.