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venerdì 29 settembre 2023
 
Personaggi della scena
 

I ricordi di una vita di teatro dello scenografo di Strehler

25/03/2022  Ezio Frigerio, scomparso novantenne il 22 febbraio scorso, aveva racconta la sua vita nel libro "Io sono un mago"

Numerosi fra i magici e indimenticabili spettacoli di Giorgio Strehler avevano le scenografie di Ezio Frigerio, maestro nel creare una realtà poetica, ideando spazi materializzati dalla luce. L’artista, scomparso il 22 febbraio scorso poco più che novantenne, dopo una vita dedicata allo spettacolo e al cinema, disegnando e dando vita al Piccolo Teatro alle idee del Maestro in un burrascoso sodalizio che durò per decenni. Come aveva raccontato nella sua recente pubblicazione per Baldini & Castoldi, Io sono un mago. Quasi un’autobiografia di un grande scenografo (Baldini & Castoldi, Milano 2021, euro 22.00, pagine 368), la sua vita privata era intrecciata a quella artistica: nato a Erba, classe 1930, racconta la guerra, gli studi, i viaggi internazionali. Dopo aver frequentato il Politecnico, fu allievo del pittore astratto Mario Radice, prima di iniziare nel 1955 la collaborazione con il Piccolo Teatro. Lavorò poi anche alla Scala e viaggiò in tutto il mondo, affiancando l’impegno nel teatro di prosa, all’opera lirica – disegnò per molte volte le scenografie della prima della Scala -, al balletto, tra cui per Rudolf Nureyev che divenne suo caro amico, tanto che gli affidò l’incarico di progettare la sua tomba nel cimitero russo ortodosso di Parigi. Lavorò anche nel cinema collaborando, tra gli altri, con Vittorio De Sica (con le scenografie di Ieri oggi domani con Sophia Loren e Marcello Mastorianni), Bernardo Bertolucci e Liliana Cavani. Nel libro autobiografico ripercorre per capitoli tematici gli incontri e i momenti salienti della sua vita che sembra un romanzo per i numerosi luoghi visitati e le tante persone incontrate; toccante il capitolo in cui ricorda la morte di Strehler nella notte di Natale del 1997. Arricchiscono il libro immagini personali, da lui selezionate, e foto di scena in cui si ritrovano le sue caratteristiche artistiche: ha spaziato dalla semplicità degli ambienti del Comici dell’Arte in Arlecchino, a tratti astratti del pirandelliano I giganti della montagna, alle atmosfere di luci e ombre, con un singolare uso della prospettiva in L’Opera da tre soldi di Brecht, alle innovative idee per La grande magia di Eduardo De Filippo al quale fu legato da una bella amicizia. Spesso, infatti, divenne amico e non solo collaboratore delle persone con cui lavorava e, spostatosi con la costumista Franca Squarciapino hanno firmato insieme molti allestimenti in una commistione tra vita ed arte che è durata fino a pochi mesi fa, ad ottobre 2021, con lo spettacolo di Los gavilanes al Teatro della Zarzuela di Madrid.

 

 
 
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