Malmö, Svezia
Dal nostro inviato
Un’omelia strettamente legata
alla solennità di oggi, quella di tutti i Santi, per la messa dedicata alla
piccola comunità cattolica in Svezia. Papa Francesco ha incontrato circa 15 mila
degli oltre 115 mila fedeli presenti in tutto il Paese (ma il numero sta
aumentando a causa della crescente migrazione). Nello stadio di Swedbank, a
Malmö, Francesco ha ricordato i santi proclamati dalla Chiesa, ma anche i «tanti
nostri fratelli che hanno vissuto la loro vita cristiana nella pienezza della
fede e dell’amore attraverso una esistenza semplice e nascosta. Sicuramente,
tra questi, ci sono molti dei nostri parenti, amici e conoscenti».
La santità, ha spiegato
Bergoglio, «a volte non si manifesta in grandi opere o in successi
straordinari, ma sa vivere fedelmente e quotidianamente le esigenze del
battesimo. Una santità fatta di amore per Dio e per i fratelli. Amore fedele
fino a dimenticarsi di sé stesso e a darsi totalmente agli altri, come la vita
di quelle madri e quei padri che si sacrificano per le loro famiglie sapendo
rinunciare volentieri, benché non sia sempre facile, a tante cose, a tanti
progetti o programmi personali».
E la caratteristica della
santità è l’essere felici. I santi – e Bergoglio ricorda quelli svedesi: santa
Maria Elisabetta Hesselblad, recentemente canonizzata, e santa Brigida,
Brigitta Vadstena, co-patrona d’Europa - «hanno scoperto il segreto della
felicità autentica, che dimora in fondo all’anima ed ha la sua sorgente
nell’amore di Dio. Perciò i santi sono chiamati beati. Le Beatitudini sono la
loro via, la loro meta, la loro patria. Le Beatitudini sono la strada di
vita che il Signore ci indica, perché possiamo seguire le sue orme».
Tra le tante beatitudini
Francesco sottolinea quella della mitezza. «Gesù dice di sé stesso: “Imparate
da me, che sono mite e umile di cuore”. Questo è il suo ritratto spirituale e
ci svela la ricchezza del suo amore. La mitezza è un modo di essere e di vivere
che ci avvicina a Gesù e ci fa essere uniti tra di noi».
Le beatitudini sono la carta di
identità del cristiano che ci aiutano ad affrontare «i dolori e le angosce del
nostro tempo con lo spirito e l’amore di Gesù».
Bergoglio indica anche nuove
situazioni per vivere le beatitudini con «spirito rinnovato e sempre attuale:
beati coloro che sopportano con fede i mali che altri infliggono loro e
perdonano di cuore; beati coloro che guardano negli occhi gli scartati e gli
emarginati mostrando loro vicinanza; beati coloro che riconoscono Dio in ogni
persona e lottano perché anche altri lo scoprano; beati coloro che proteggono e
curano la casa comune; beati coloro che rinunciano al proprio benessere per il
bene degli altri; beati coloro che pregano e lavorano per la piena comunione
dei cristiani... Tutti costoro sono portatori della misericordia e della
tenerezza di Dio».