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lunedì 09 settembre 2024
 
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Papa Francesco in Svezia: «I santi e il segreto della felicità»

01/11/2016  L'incontro con l'esigua minoranza cattolica e la celebrazione della Messa chiudono la visita di Jorge Mario Bergoglio voluta per commemorare insieme con i Luterani i 500 anni della Riforma. Una tappa storica nel cammino ecumenico e nella ricerca di unità tra le diverse confessioni cristiane.

Malmö, Svezia
Dal nostro inviato



Un’omelia strettamente legata alla solennità di oggi, quella di tutti i Santi, per la messa dedicata alla piccola comunità cattolica in Svezia
. Papa Francesco ha incontrato circa 15 mila degli oltre 115 mila fedeli presenti in tutto il Paese (ma il numero sta aumentando a causa della crescente migrazione). Nello stadio di Swedbank, a Malmö, Francesco ha ricordato i santi proclamati dalla Chiesa, ma anche i «tanti nostri fratelli che hanno vissuto la loro vita cristiana nella pienezza della fede e dell’amore attraverso una esistenza semplice e nascosta. Sicuramente, tra questi, ci sono molti dei nostri parenti, amici e conoscenti».

La santità, ha spiegato Bergoglio, «a volte non si manifesta in grandi opere o in successi straordinari, ma sa vivere fedelmente e quotidianamente le esigenze del battesimo. Una santità fatta di amore per Dio e per i fratelli. Amore fedele fino a dimenticarsi di sé stesso e a darsi totalmente agli altri, come la vita di quelle madri e quei padri che si sacrificano per le loro famiglie sapendo rinunciare volentieri, benché non sia sempre facile, a tante cose, a tanti progetti o programmi personali».

E la caratteristica della santità è l’essere felici. I santi – e Bergoglio ricorda quelli svedesi: santa Maria Elisabetta Hesselblad, recentemente canonizzata, e santa Brigida, Brigitta Vadstena, co-patrona d’Europa - «hanno scoperto il segreto della felicità autentica, che dimora in fondo all’anima ed ha la sua sorgente nell’amore di Dio. Perciò i santi sono chiamati beati. Le Beatitudini sono la loro via, la loro meta, la loro patria. Le Beatitudini sono la strada di vita che il Signore ci indica, perché possiamo seguire le sue orme».

Tra le tante beatitudini Francesco sottolinea quella della mitezza. «Gesù dice di sé stesso: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore”. Questo è il suo ritratto spirituale e ci svela la ricchezza del suo amore. La mitezza è un modo di essere e di vivere che ci avvicina a Gesù e ci fa essere uniti tra di noi». Le beatitudini sono la carta di identità del cristiano che ci aiutano ad affrontare «i dolori e le angosce del nostro tempo con lo spirito e l’amore di Gesù».

Bergoglio indica anche nuove situazioni per vivere le beatitudini con «spirito rinnovato e sempre attuale: beati coloro che sopportano con fede i mali che altri infliggono loro e perdonano di cuore; beati coloro che guardano negli occhi gli scartati e gli emarginati mostrando loro vicinanza; beati coloro che riconoscono Dio in ogni persona e lottano perché anche altri lo scoprano; beati coloro che proteggono e curano la casa comune; beati coloro che rinunciano al proprio benessere per il bene degli altri; beati coloro che pregano e lavorano per la piena comunione dei cristiani... Tutti costoro sono portatori della misericordia e della tenerezza di Dio».

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