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venerdì 11 ottobre 2024
 
Il Teologo
 

«I teologi mi confondono! Dovrebbero andare di più in mezzo alla gente»

27/04/2021  «Non sarebbe meglio dire che dogmi come la risurrezione sono un mistero non comprensibile dall’uomo? Certe domande suscitano dubbi nelle anime semplici!»

Non sarebbe meglio dire che dogmi come la risurrezione sono un mistero non comprensibile dall’uomo? O non pubblicare certe domande che suscitano dubbi nelle anime semplici? Tanti teologi dovrebbero andare di più fra la gente.

RENZO F.

Un modo di “stare fra la gente” è anche intercettare le domande di senso che albergano nei cuori e nelle menti delle persone. La fede è anche un percorso di conoscenza e di approfondimento di ciò che crediamo, perché l’uomo non è fatto solo di cuore e di sentimenti, di volontà e di scelte, ma è anche dotato di una mente pensante e di intelligenza. Chiesa in uscita è anche questo: una comunità che non rimandi a una fede cieca, che è il miglior viatico del fondamentalismo. Che poi la fede semplice sia da salvaguardare è un imperativo etico di ogni teologo. San Tommaso d’Aquino non solo non disdegnava le dispute accademiche, ma neppure la predicazione al popolo di Dio, nella quale cercava per esempio di spiegare i diversi articoli del Simbolo apostolico, con linguaggio semplice (pare in dialetto napoletano). In una di quelle prediche ebbe a dire che una vecchietta credente in Cristo su ciò che è essenziale alla vita eterna ne sa più di tutti i ‡filosofi‡ prima di Cristo. Coltivare il “pensiero nella fede” è un compito imprescindibile per il cristiano, chiamato a rispondere alle s‡fide di quanti pongono domande ed esigono risposte, che se non portano all’atto di fede fanno pensare e aprono alla domanda di senso. Il mistero, per essere adorato, deve essere anche pensato e vissuto.

 
 
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