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lunedì 04 novembre 2024
 
Guerra in Siria
 

Iacomini, Unicef: «Ad Aleppo è in corso un genocidio di bambini»

02/10/2016  In questi ultimi cinque giorni, nella città siriana sono stati uccisi almeno 96 bambini, e 223 sono stati feriti. Medici senza Frontiere e Save The Children si uniscono alla denuncia dell’agenzia Onu. Ecco il rapporto drammatico dei loro operatori.

Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia (foto Rinonapoli). In copertina: soccorsi ai bambini colpiti dai bombardamenti ad Aleppo est.
Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia (foto Rinonapoli). In copertina: soccorsi ai bambini colpiti dai bombardamenti ad Aleppo est.

«Ad Aleppo non si muore da oggi. È un calvario disumano che dura da 6 anni, dove sono morti bambini innocenti nell'indifferenza mondiale». Le parole sono di Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. «Inutile girarci troppo intorno. Le Nazioni Unite hanno smesso di contare i bambini morti in Siria nel 2013, quando erano circa 11 mila. Ora si teme che le vittime minori si siano almeno quintuplicate rispetto ad allora e anche se non ci sono dati certi sono certamente cifre da genocidio», denuncia a chiare lettere Iacomini.

Secondo l’Unicef, solo in questi ultimi cinque giorni, ad Aleppo Orientale si ha notizia dell’uccisione di almeno 96 bambini, e 223 sono stati feriti. «I bambini di Aleppo sono intrappolati in un incubo», dice Justin Forsyth vice direttore generale dell’agenzia Onu per l’infanzia. «Non ci sono parole», aggiunge, «per descrivere le sofferenze che questi bambini stanno vivendo». Sempre secondo l’Unicef, il sistema sanitario ad Aleppo Orientale è al collasso: ci sono 30 medici e pochissime attrezzature e medicine d’emergenza per curare i feriti.

Intanto, Medici Senza Frontiere (Msf) chiede al governo siriano e ai suoi alleati di fermare i bombardamenti che stanno provocando un bagno di sangue tra i civili di Aleppo. Il 28 settembre, poche ore prima che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunisse per discutere l'attuazione della risoluzione 2286 sulla protezione delle strutture mediche, altri due ospedali supportati dall’organismo umanitario sono stati gravemente danneggiati dai bombardamenti e sono ora fuori servizio.

«Le bombe piovono dagli aerei della coalizione guidata dalla Siria e l'intera zona est di Aleppo è diventata una gigantesca trappola mortale. Il governo siriano deve fermare i bombardamenti indiscriminati e la Russia, in quanto principale alleato politico e militare della Siria, ha la responsabilità di esercitare pressione per fermare tutto questo», dice Xisco Villalonga, direttore delle operazioni di Msf. Secondo la Direzione della Sanità nella zona est di Aleppo, dal 21 al 26 settembre gli ospedali che sono ancora funzionali ad Aleppo hanno ricevuto più di 822 feriti e più di 278 morti.

«Questo spietato e brutale attacco deve fermarsi», aggiunge Villalonga, «e devono essere messe in atto misure urgenti per consentire l'evacuazione dei malati e dei feriti più gravi in aree in cui possano accedere a cure mediche adeguate. Qualsiasi cosa meno di questo sarà la conferma di ciò che molti temono, ovvero che il mondo ha abbandonato la gente di Aleppo a una morte lenta e brutale».

Anche Save The Children si unisce alla denuncia: «I bambini di Aleppo», scrive l’Ong internazionale, «sono esposti a un tale livello di pericolo, a causa delle cosiddette “bombe terremoto” o bombe anti-bunker, che non possono nemmeno frequentare le scuole sotterranee. Ad Aleppo orientale le scuole rimangono chiuse a causa del feroce attacco a cui continua ad essere sottoposta la città, privando di un’educazione quasi 100 mila bambini in età scolare, che continuano a rischiare la vita ogni giorno».

Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti, sostiene 13 scuole nella città, otto delle quali sono sotto terra: sono state trasferite in scantinati negli ultimi due anni per cercare di proteggere i bambini da bombardamenti, attacchi aerei, bombe barile e dal fuoco d’artiglieria, che colpiscono regolarmente le aree civili. Da quando, nel corso della scorsa settimana, sono state impiegate le cosiddette “bombe anti-bunker”, chiamate così perché scavano buche profonde anche quattro o cinque metri prima di esplodere, neanche le scuole nei seminterrati sono sicure.

«I genitori hanno paura di mandare i figli a scuola perché qualsiasi edificio è diventato un possibile bersaglio. Gli studenti ne soffrono a tutti i livelli: li vedo camminare a fatica, trascinandosi, incapaci di concentrarsi sull’apprendimento e sullo studio», dice Omar (l’identità viene omessa per ragioni di sicurezza, ndr), preside di una scuola ad Aleppo orientale.

«C’è urgente bisogno di un cessate il fuoco che ponga fine agli attacchi indiscriminati contro i civili e che permetta di distribuire gli aiuti e riaprire le scuole», conclude Save The Children. «Tutte le parti in conflitto devono cessare l’uso delle armi esplosive pesanti nelle aree popolate, a causa dei prevedibili danni che arrecano alla popolazione civile e delle inevitabili morti tra i bambini».

Save the Children chiede inoltre che venga avviata un’indagine internazionale imparziale sull’attacco mortale contro un convoglio di aiuti Onu/Sarc avvenuto la scorsa settimana e sulle violazioni del diritto internazionale umanitario nell’escalation in corso ad Aleppo.

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