“I nuovi Cinema Paradiso”. Non era possibile scegliere titolo più appropriato da dare alla recente ricerca sulle sale cinematografiche parrocchiali in Italia, realizzata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore. Le sale parrocchiali - chiamate più propriamente Sale della Comunità - oggi sono sempre più “in paradiso” perché funzionano, “tirano” in alto i risultati economici e quelli partecipativi. Lo studio mette in evidenza come queste strutture siano luoghi privilegiati di aggregazione e laboratori culturali riconosciuti, ai quali la popolazione attribuisce forte credibilità. Anche la maggior parte dei sacerdoti, sul cui territorio operano queste realtà, ritiene che la sala sia una risorsa a disposizione di una pastorale più vasta e “laica”, necessaria oggi per mantenere un dialogo aperto con le diverse componenti della società.
L’indagine della Cattolica, commissionata dall’ACEC ( Associazione Cattolica Esercenti Cinema), è uno scatto fotografico sullo “status” di una realtà viva, ramificata e pervasiva sul territorio nazionale. La ricerca ha potuto censire in Italia ben 804 sale dell’ACEC, dove, anche se non sempre in modo continuativo, sono concentrate le attività ricreative, culturali e sociali messe in atto dalle parrocchie, come servizio per il proprio territorio.
Non sono stati una sorpresa i risultati dell’indagine, che segnala una controtendenza della sala cattolica rispetto alla contrazione, pur lenta e costante, dei cinema nazionali. La sala della comunità ha superato i periodi di crisi che attraversava il consumo cinematografico tradizionale, perché ha saputo diversificare la sua proposta culturale. La sala è diventate adulta. Ha adeguato gli standard qualitativi a quelli delle multisale. E’ una sala cinematografica di “prima visione” a tutti gli effetti. Ma soprattutto, rivela la ricerca, essa ha saputo mettere in atto uno sforzo di trasformazione attraverso cui ha potuto raggiungere un pubblico molto più vasto di quello tradizionale. L’innovazione è stata quella di aprirsi alle tutte le esigenze della collettività, diventando una realtà polifunzionale.
Molte sale intanto hanno reso differenziata la programmazione cinematografica, introducendo nei weekend proiezioni pomeridiane adatte al pubblico dei bambini; altre programmano film con proiezioni in mattinata riservate alle scuole di ogni ordine e grado del proprio territorio. Pur rimanendo quella cinematografica l’attività più diffusa e praticata (94,51%), compresa quella del cineforum, l’elevato standard tecnologico ha aperto le porte della sala ai concerti dal vivo di musica classica e leggera (73,72%). Un posto di grande rilievo nella la sala della comunità è riservato alle conferenze a carattere sociale, culturale e religioso, ma talvolta anche politico (87,54%). La sala è anche il luogo dove vengono organizzati incontri promossi da varie istituzioni (83,92%). In crescita gli spettacoli teatrali di alta qualità che vengono messi in scena nelle sale attrezzate per il teatro ( l’83,53%). Il teatro rappresenta, comunque, un asset di peso nell’offerta delle sale cattoliche e nel 16% dei casi è addirittura l’attività principale.
Le ricerca della Cattolica ha individuato nella famiglia il più importante target di riferimento delle attività della sala.
La sala è diventata così il palcoscenico della parrocchia e il luogo di elaborazione di una serie di proposte umane e intellettuali che vanno ad affiancarsi alle scelte pastorali della parrocchia stessa, il tutto per spingere sempre più in alto la qualità e l’intensità della vita sociale ed ecclesiale.
L’indagine della Cattolica, commissionata dall’ACEC, rileva anche un aspetto non secondario che riguarda il modello gestionale della sala. La sala, nella quasi totalità dei casi, è gestita da gruppi di volontari, la cui operatività quindi non pesa sul bilancio. Molti di coloro che si occupano della sala sono pensionati. La maggior parte uomini ((90,44%), con una età media di 52 anni. Il numero delle donne (9,56%) è però in crescita.
Questi ultimi dati potrebbero suggerire l’esigenza di immettere anche nella gestione della sala della comunità giovani e giovanissimi di ambo i sessi, perché sperimentino l’impegno del servizio e la bellezza di crescere insieme attorno ad un progetto importante per la società. I giovani, aiutati dai parroci, potrebbero intraprendere un cammino formativo umano e intellettuale che li prepari a intervenire sulla programmazione dei contenuti comunicazionali.
La sala della comunità diventerebbe l’occasione, particolarmente stimolante, per una pastorale giovanile.