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Il 24 settembre la Domenica della Parola, l'iniziativa dei Paolini e S. Egidio

27/05/2017  Seguendo l’invito di papa Francesco, la Famiglia Paolina e la comunità di Andrea Riccardi lanciano una giornata dedicata alle Scritture

C’è l’ammissione tranchant del poeta Clemente Rebora: «La Parola zittì chiacchiere mie». C’è la semplicità del Talmud: «La Parola di Dio è come l’acqua. Come l’acqua, essa discende dal cielo. Come l’acqua, rinfresca l’anima. Come l’acqua non si conserva in vasi d’oro o d’argento, ma nella povertà dei recipienti di terracotta, così la parola divina si conserva solo in chi rende se stesso umile come un vaso di terracotta». C’è la beatitudine pronunziata da Gesù: «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Luca 11, 28). Studiata, letta, amata, contestata. La Bibbia è il grande codice della cultura occidentale e l’immagine (biblica) della lampada serve proprio a indicare la missione di “guida” della Parola divina nel cammino dell’esistenza. Le religioni monoteistiche hanno sempre celebrato la Parola. L’ebraismo, per esempio, riserva ai rotoli della Torah un culto particolare: li riveste, li bacia, li acclama mentre attraversano l’aula della Sinagoga. La Chiesa antica intronizzava la Parola con una processione festosa che evoca l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Ma tutto questo non basta.

Già l’anno scorso al Festival Biblico di Vicenza venne lanciata la proposta da parte della Famiglia Paolina e della Comunità di Sant’Egidio: perché non istituire una “Domenica della Parola”? Una vera e propria festa della Parola, insomma, sulla scia del concilio Vaticano II. «La Parola non deve essere solo studiata ma anche amata e venerata», spiega il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi. «C’è un passo ulteriore della ricezione della Dei Verbum che è la venerazione della Parola di Dio e la devozione alla sacra pagina: una lettura popolare della Bibbia che era anche il sogno del beato Giacomo Alberione e delle grandi figure che hanno pensato a una Chiesa di popolo».

La “Domenica della Parola” è stata presentata ufficialmente sabato 27 maggio al Festival Biblico di Vicenza e fissata per il prossimo 24 settembre, in prossimità della festa di san Girolamo, il grande Dottore e Padre della Chiesa che tradusse in latino la Sacra Scrittura.

Il Superiore Generale della Società San Paolo don Valdir José de Castro
Il Superiore Generale della Società San Paolo don Valdir José de Castro

Il "suggerimento" di papa Francesco nella lettera Misericordia et misera

«Lo spunto per dare il via a questa iniziativa», spiega don Valdir José de Castro, Superiore generale della Società San Paolo, «è venuto dall’ultimo Capitolo generale della Società San Paolo, che si è svolto nel 2015. In quell’occasione i Padri capitolari hanno raccomandato a me e al mio Consiglio di farci promotori presso l’intera comunità ecclesiale, attraverso il Centro biblico San Paolo e insieme alla Comunità di Sant’Egidio, di una Giornata mondiale della Parola di Dio, coinvolgendo adeguatamente tutti i Paesi del mondo in cui è presente la Congregazione. Tale giornata, sottolineavano i Padri capitolari, “sia occasione per valorizzare uno dei fondamenti della nostra missione, sensibilizzando alla conoscenza, alla lettura, alla diffusione e all’interiorizzazione della Bibbia, con risvolti liturgici, pastorali e apostolici”».

 

Il “sigillo” a questa iniziativa è arrivato da papa Francesco nella lettera apostolica firmata a conclusione dell’Anno Santo della misericordia: «Sarebbe opportuno», ha scritto Bergoglio nella Misericordia et misera, «che ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo». Don Valdir evoca le parole del beato Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina che, inaugurando nel 1960 una delle campagne storiche di diffusione della Bibbia, spiegava: «Gesù Cristo si è lasciato ai cristiani in due modi: nel Vangelo e nell’Eucaristia. Nell’Eucaristia è cibo e forza, nel Vangelo è luce e verità». Riccardi rilancia: «In un tempo di alfabetizzazione generale è inaccettabile che i cristiani restino analfabeti della Bibbia». La “Domenica della Parola” dovrà rilanciare non solo la conoscenza della Bibbia ma anche la gioia nel leggerla e riconoscerla come guida nel cammino della vita di ognuno.

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