La nuova normalità portata dalla pandemia e la didattica a distanza hanno acuito il senso di isolamento dei ragazzi: sempre più presenti on-line, eppure ancora più soli ed esposti agli attacchi della Rete, pericolosa cassa di risonanza per bullismo e cyber bullismo, due facce della stessa medaglia in preoccupante ascesa. Nel 2021, complice il raddoppio del tempo trascorso “connessi”, il numero di casi di vessazioni online fra ragazzi è cresciuto del 59%: In Italia ne è vittima il 37% degli studenti fra i 13 e i 15 anni, mentre un ampio 31% ha subito violenza fisica.
Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate come bersagli facili o incapaci di difendersi, che tendono a subirlo con rassegnazione e mancanza di autostima. Un fenomeno che trova sul Web un naturale palcoscenico, dando vita alla sua declinazione “cyber”. L’Italia è stato il primo paese Europeo ad introdurre la parola cyber bullismo all’interno del proprio ordinamento grazie alla Legge N. 71 del 2017 che all’articolo 2 lo definisce come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”. I dispositivi digitali come cellulari, computer, e tablet si trasformano, quindi, in pericolosi veicoli per la condivisione di informazioni negative, oscene o false, come immagini, testi o video che possono compromettere le informazioni personali della persona vittima dell’attacco e danneggiare la sua reputazione e autostima.”
Presidi anti-bullismo in meno di una scuola su due
Nonostante l’impegno e le disposizioni normative, manca ancora un sostegno adeguato alle Scuole per l’attivazione dei presidi anti-bullismo previsti dalla Legge N. 71 del 2017. È ancora sconosciuta, in molte realtà, la figura del docente referente: solo l’11,5% delle Scuole conosce in maniera approfondita le linee guida Orientamento 2021 e meno del 50% ha attuato il protocollo di presa in carico delle situazioni di bullismo e cyber bullismo (Fonte: Studenti.it, 2021).
A completare lo scenario la scarsa informazione delle famiglie e degli studenti sul fenomeno e su come intervenire, la resistenza delle vittime e dei testimoni a denunciare l’atto di bullismo. E ancora: l’assenza di modalità sicure per la ricezione delle segnalazioni da parte del referente scolastico – senza dimenticare che le denunce avvengono ancora attraverso procedure cartacee molto burocratizzate.
La app contro il cyberbullismo
In occasione della 19^ edizione del “Safer Internet Day”, la ricorrenza annuale dedicata a promuovere un uso più sicuro e responsabile del Web e delle nuove tecnologie, Convy Srl - la Società Benefit ideatrice di Convy School, la prima App contro bullismo e cyber bullismo basata su crittografia militare – riaccende i riflettori sull’escalation di questi fenomeni e lancia una decisa Call to Action:
Oltre 400 scuole su territorio nazionale hanno aderito al suo progetto, basato su una tecnologia in grado di aiutare le scuole ad applicare le disposizioni contenute nel Legge N. 71 del 2017.
Nata dall’intuizione imprenditoriale di Valerio Pastore, esperto di sicurezza informatica e di crittografia militare, l’App Convy School è il primo tool digitale ideato per prevenire il cyber bullismo e si inserisce nel più ampio progetto etico e sociale promosso da Convy per l’educazione di ragazzi, famiglie e Scuole alla prevenzione e contrasto del fenomeno attraverso l’uso consapevole del Web. Inoltre, Convy School agevola il referente scolastico nel monitoraggio e individuazione dei casi potenzialmente pericolosi, permettendo, inoltre, l’analisi dei dati anonimi da parte delle istituzioni per monitorare e tracciare il fenomeno.
Fra i partner del progetto Convy School figurano: Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), Lega Pro, Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile, Federazione Italiana di Atletica Leggera, Fondazione Torino Wireless, F.I.R. Italia (Federazione Italiana Rugby).