C’è un’Italia che è solidale con chi è solidale e non si lascia influenzare dalle campagne denigratorie contro il “Terzo settore”. A dimostrarlo è l’aumento costante di chi destina con le proprie dichiarazioni dei redditi il 5 per mille a favore di enti e associazioni che svolgono attività socialmente rilevanti, nonostante da oltre un anno si cerchi di seminare discredito attorno al mondo dell’accoglienza e del volontariato.
Secondo un’indagine del magazine che si occupa di no-profit “Vita”, che è andato a spulciare i dati dell’Agenzia delle Entrate, il 5 per mille nel 2017 ha superato il tetto dei 500 milioni di euro stanziati come copertura fissato per legge. Dai sei milioni di firme del 2006, si è arrivati ai 16,5 milioni di contribuenti che hanno devoluto il 5 per mille a favore di 65 mila diversi destinatari. Una crescita esponenziale che indica una sensibilità sempre maggiore degli italiani nei confronti del mondo del non profit. Un serbatoio di energie positive messe a disposizione della comunità solidale.
Ma le buone notizie finiscono qui, perché, denuncia “Vita”, le donazioni in eccesso potrebbero non arrivare mai a associazioni, onlus, ong e enti di ricerca a cui si erano devolute. Il rischio, cioè, è quello di far tornare in vigore il famigerato “tetto” al 5 per mille, in vigore dal 2010 al 2013, per cui quanto superava quest’ultimo tornava automaticamente nelle casse dello Stato. In altre parole, le erogazioni dei cittadini esorbitanti i 500 milioni di euro non sono state distribuite alle associazioni. Ma in questo modo si va contro l’esplicita volontà dei cittadini e si tolgono risorse a tutte quelle organizzazioni che, senza scopo di lucro, perseguono intenti solidaristici e umanitari. Ricordate il film “Cose dell’altro mondo” del 2011 con Diego Abatantuono, dove il regista Francesco Patierno racconta cosa accadrebbe un giorno in un paesino del Veneto se scomparissero all’improvviso tutti i migranti, dalle badanti ai compagni di scuola? Bene, immaginatevi per un attimo che scompaiano, per qualche motivo, tutti coloro che prestano una qualche assistenza gratuita negli ospedali, o che fanno gli animatori nei campi scuola delle parrocchie, che cucinano alle sagre, che intervengono con la Protezione civile quando accade una calamità, che portano al Pronto Soccorso i feriti, che danno famiglia agli orfani, che tengono puliti i viali, che sostengono i malati terminali, che insegnano l’italiano a chi non lo parla, che pregano per chi non lo può fare, che camminano per chi è invalido, che digiunano per chi non ha pane. Non è difficile ipotizzare le conseguenze nefaste per milioni di famiglie e cittadini italiani. Soprattutto i più fragili e meno tutelati.
Quindi, sostiene il mondo del non profit, ad iniziare dal Forum del Terzo Settore, è necessario che la prossima legge di Bilancio preveda espressamente l’aumento delle risorse per la copertura del 5 per mille, per non vanificare la generosità degli italiani e non frenare un trend virtuoso a favore quanti operano socialmente nel Paese, coprendo assenze e dimenticanze delle istituzioni. A questo scopo è partita un’interrogazione parlamentare a firma del senatore del Pd Edoardo Patriarca e altri 34 colleghi ai ministri del Lavoro e dell’economia.
L’impegno ad eliminare il tetto al massimo erogabile è venuta nei giorni scorsi dal sottosegretario al Lavoro, con delega al Terzo Settore, Claudio Durigon, che si è dichiarato “a fianco del non profit per questa battaglia”.