Il Brasile è sotto shock per l’uccisione di Marielle Franco, difensora dei diritti umani e consigliera comunale di Rio de Janeiro. La donna è stata uccisa nella notte fra il 14 e il 15 marzo insieme al suo autista, Anderson Pedro Gomes. L’addetto stampa, che sedeva sui sedili posteriori dell’auto, è rimasto ferito. Si è trattato di un’esecuzione. Marielle Franco è stata uccisa con quattro pallottole in testa.
Nata e cresciuta nella favela di Maré, una delle zone più violente di Rio, Marielle Franco, 38 anni, si era laureata in sociologia e amministrazione pubblica. Due settimane fa era diventata presidente della commissione municipale creata per vigilare sugli interventi militari decretati nella città dal presidente Michel Temer per contenere la violenza. Più volte Mariella aveva denunciato l’operato illegale delle forze di polizia all’interno delle favelas.
“Questo fatto agghiacciante costituisce un ulteriore esempio dei pericoli cui vanno incontro i difensori dei diritti umani in Brasile”, ha dichiarato Jurema Werneck, direttrice di Amnesty International Brasile.
Il presidente brasiliano Temer ha definito questo crimine un attacco alla democrazia e ha assicurato che verrà fatta giustizia.
Il 15 marzo decine di migliaia di persone sono scese in strada a Rio per rendere omaggio a Mariella.