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domenica 01 ottobre 2023
 
 

Il Burundi? Tutto scuola e bottega

26/02/2012  Promosso dal Vis e dal mondo salesiano, il programma "Nuovo Stage" offre a 55 apprendisti falegnami, saldatori e meccanici la possibilità di svolgere stage in 23 aziende della capitale.

Per il Burundi è un'assoluta novità.  L'esempio di don Bosco germoglia anche in Africa. Aiutare i ragazzi, specialmente i più poveri, a diventare adulti, seguire con amore il loro percorso di crescita, accompagnarli nella scuola e nel lavoro: la sfida salesiana ottiene nuovi frutti a Bujumbura, la capitale del Burundi.

Grazie all'attività del Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo), realtà di ispirazione salesiana, è iniziato il programma "Nuovo Stage", che offre a 55 apprendisti falegnami, saldatori e meccanici la possibilità di svolgere stage in 23 aziende della città. Per il Burundi un'esperienza del genere è un'assoluta novità. Nel Paese dei grandi laghi c'è urgente bisogno di un percorso che alterni scuola e lavoro. «Oggi i programmi scolastici non sono più adeguati rispetto alle esigenze del mercato, in costante evoluzione», spiega Luca Catalano, volontario Vis impegnato in Burundi. Spesso gli studenti escono dalle scuole professionali senza un'adeguata preparazione pratica: questa lacuna rischia di avere pesanti conseguenze sul loro futuro, in una terra poverissima, con un tasso medio di qualificazione professionale molto basso.

Da qui l'idea di cercare un percorso alternativo e avviare una collaborazione con le aziende. La proposta piace ai ragazzi, ma piace anche alle imprese, che vi intravedono la possibilità di formare mano d'opera specializzata. Così, fino a luglio, per un giorno alla settimana, gli apprendisti del Centro di formazione professionale don Bosco di Bujumbura lasceranno i banchi di scuola e si trasferiranno nelle officine, dove saranno seguiti da operai e direttori di produzione. Per molti di loro, cresciuti in contesti difficili, questa avventura ha un significato che va ben oltre il lavoro in sé.


E' una sfida, un'occasione per mettersi in gioco e guardare al futuro con più fiducia. «Due ragazzi, 24 e 26 anni, hanno iniziato da qualche settimana lo stage alla Toyota, nella sede centrale del quartiere industriale. – racconta Catalano – Vengono da Mutakura, uno dei quartieri più poveri della città: per questi ragazzi potersi mettere alla prova in una grande officina è un'occasione unica. Bisognava vedere la loro gioia, il primo giorno di lavoro, come si abbracciavano, tra i complimenti degli amici e la consapevolezza di avere una possibilità da giocarsi».

 
 
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