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martedì 22 aprile 2025
 
Stasera in Tv
 

Il cane eroe che salva il suo padroncino dall'orrore dei lager

28/01/2025  Stasera su Rai 3 "Zack, cane eroe", la storia di un pastore tedesco addestrato dai nazisti per terrorizzare gli internati di un campo di sterminio e che invece aiuta una famiglia a fuggire. Tratto dal romanzo "The Jewish Dog", dello scrittore israeliano Asher Kravitz. Che cosa c'è di vero?

L’orrore della guerra e il coraggio di un cucciolo: martedì 28 gennaio alle 21.20 su Rai 3, all’indomani del Giorno della Memoria, arriva Zack, cane eroe. Il film è ambientato a Berlino, durante la Seconda guerra mondiale e al culmine della persecuzione razziale nazista. Le famiglie ebree rimaste ancora libere vengono deportate verso i campi di sterminio e fra queste c’è anche quella del piccolo Joshua. Un ufficiale delle SS si prende il loro cane e lo addestra alla sorveglianza dei prigionieri. Un giorno, nel campo di concentramento, l’animale riconosce il bambino dei suoi vecchi padroni e li aiuterà a fuggire. Tra le protagoniste l'attrice e modella  israeliana Ayelet Zurer  che nel corso della sua carriera ha vinto il premio come miglior attrice al Jerusalem Film Festival del 2003 ed è stata candidata tre volte all'Israeli Academy Award, oltre ad aver partecipato a numerosi film internazionali come L'uomo d'accio e Angeli e demoni.

Il romanzo da cui è tratto il film

Il film  è tratto dal  pluripremiato romanzo israeliano, The Jewish Dog , che ha avuto un grande successo nel suo paese d’origine. Nel romanzo il cane Caleb quando nasce nel 1935 nella cucciolata  è "quello bianco con il cerchio nero intorno all'occhio e la toppa marrone sul petto". Viene adottato da una  famiglia ebrea, i Gottlieb, e cresce giocando  con i bambini, con gli altri cani quando va a passeggio, e si gode gli avanzi della tavola del sabato e del seder pasquale. Con le leggi razziali contro gli ebrei, i nazisti proibiscono loro di avere cani. Kalman Gottlieb lo consegna a un ex collega, il collega poi viene arrestato e il cane viene consegnato a un ufficiale nazista. L'ufficiale viene ucciso mentre è in servizio, Caleb fugge e si unisce a un branco di cani randagi. Una volta catturato viene addestrato per essere un cane da guardia e spedito a Treblinka. Caleb svolge i suoi compiti in modo ammirevole ma al contempo è un acuto osservatore della storia e della natura umana. Vede la crudeltà dei nazisti e la sofferenza che causa, ma è anche testimone del coraggio, della lealtà e dell'amicizia dei prigionieri e di coloro che li aiutarono. Non dimentica mai la sua famiglia d'origine e il destino lo ricongiugne al suo padroncino  Joshua  che si era proposto all'interno del campo per prendersi cura dei cani. I due fuggono durante la rivolta dei prigionieri (agosto 1943) e si uniscono ai partigiani nella foresta. Dopo la guerra si trasferiscono in Israele. Cane e proprietario muoiono entrambi nel sonno nella stessa notte. 

STORIE VERE DI CANI NEI LAGER

  

La storia del libro è di fantasia ma i cani furono effettivamente impiegati da nazisti nei campi di stemrinio. Furono introdotti  nel 1942 per volere di  Heinrich Himmler. E in alcuni casi furono usati come mezzo di tortura dei prigionieri. Irma Grese, una delle guardie più sadiche della triste storia dei campi, nel 1943 fu assegnata ad Auschwitz-Birkenau, dove indossava stivali pesanti e portava una pistola e una frusta intrecciata costituita da corda e cellophane.In brevissimo tempo fu promossa a responsabile femminile del campo, Rapportführerin. La Grese  aveva sempre con sé due grossi cani da guardia, che teneva affamati e scagliava all’attacco contro i prigionieri inermi; durante le marce dai capannoni ai luoghi di lavoro, faceva sbranare dai cani i detenuti che rimanevano indietro le sono state imputate trenta vittime al giorno per due anni, la maggior parte uccise con i cani. Fu trasferita nel 1945 a Belsen dove si guadagnò il  soprannome di  "La Bestia". Il 13 Dicembre 1945 divenne la più giovane criminale nazista (era nata nel 1923) giustiziata della storia, Quando sul patibolo le venne infilato il cappuccio bianco l’ultima parola che pronunciò fu: Schnell. 

Dall'altro lato, furono tanti gli animali da compagnia rimasti soli dopo la deportazione delle famiglei ebree. La loro storia è raccontata nel libro Amici per sempre: storie dei deportati della Shoah e dei fedeli cani che non hanno smesso di aspettarli,Piemme, 2020. Nei racconti di alcuni sopravvissuti all'Olocausto, molti dei quali erano solo bambini all'epoca, si intrecciano quegli eventi tragici con i ricordi dolci e nostalgici dei loro amati animali. Sono storie tristi o a lieto fine, che testimoniano la forza del legame tra uomini e animali.

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