È il canto dell’amore e sull’amore che ci è pervenuto dalle profondità dei tempi e che la Chiesa ritiene sia ispirato da Dio. Stupisce che sia nato e si sia affermato in un tempo e in una cultura fortemente maschiliste. È l’unico presente nell’Antico Testamento? Come poema d’amore certamente. Ma leggendo le storie dei patriarchi e di altri personaggi biblici si può vedere quanta dolcezza e tenerezza ispirano certe loro storie di amore. Giacobbe serve per sette anni lo zio Labano per avere in sposa sua figlia Rachele perché rapito dalla sua bellezza, e lo servirà per altri sette – sempre per amore di Rachele – dopo l’inganno architettato a suo danno. Si può anche scoprire quanta passione d’amore è presente nei profeti. In Osea la storia d’amore non ha il respiro delicato della poesia, ma la passione irruente dell’amore tradito e ritrovato, e in Geremia, Isaia, Ezechiele c’è l’amore di Dio presentato con parole e immagini forti dell’amore umano. Ma la vera grande storia dell’amore è quella presente in tutta la Bibbia dove si racconta l’amore di Dio per la sua creatura e di cui il Cantico dei cantici è solo una semplice e pallida allegoria.