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martedì 13 maggio 2025
 
Storie di ogni giorno
 

Quando le due cognate si vogliono davvero bene

12/06/2017  In una lettera al nostro giornale i coniugi Gillini raccontano "il canto solidale" di due donne sposate con due fratelli. Un rapporto che a volte è difficile ma in questo caso è un esempio di affetto e comunanza

Ridevamo di gusto: i nostri rispettivi mariti – fratelli – sembrano fatti con lo stampino, cavoli! Il mio mi prende in giro: «Mia moglie mi costa per il mangiare e poi per il dietologo perché ha mangiato troppo». Mia cognata aggiungeva: «Le stesse parole che suo fratello, mio marito, dice a me!». Ma allora gli uomini sono tutti uguali?

A&A

— Carissime A&A, complimenti per la vostra alleanza tra cognate! Vi divertite nello scoprire che i vostri mariti nonché fratelli suonano le stesse campane, in particolare per ciò che riguarda l’uso dei soldi: ciascuno rimprovera la moglie perché spende sia mangiando troppo, sia andando poi dal dietologo. A parte l’ironia, di cui i vostri mariti sembrano provvisti, voi state scoprendo che ambedue vengono... dalla stessa “caverna”! È in famiglia che si impara da bambini “dove sorge il sole”, si apprende un linguaggio familiare, a dare importanza a certi eventi, a certi valori. È vero, esistono fratelli diversissimi, ma nel fondo l’appartenenza al nucleo familiare di origine rimane, anche quando non è del tutto consapevole. È questa una delle tante buone ragioni per cui due cognate possono essere solidali, cioè non farsi la guerra, non mettersi in concorrenza presso i suoceri, non fare calcoli su ciò che è concesso a una e all’altra no. Di più: tra le tante ragioni buone c’è quella di... non misurare il bene ricevuto nella famiglia di origine da parte dei fratelli. Abbiamo presente una moglie che convinceva il marito che lui – poverino! – era stato sempre trattato peggio del fratello, che i suoi genitori avevano sempre preferito l’altro e ciò si vedeva anche nella divisione dei beni... Veleno allo stato puro! Una simile moglie si crede in diritto di togliere le “fette di salame” dagli occhi del povero marito, anzi vuole aizzarlo alla guerra, quando lui dentro di sé ha fatto pace con le differenze (sta per uscire un nostro testo: Benedette differenze, dote di famiglia). Invece il canto di voi due cognate solidali scende al cuore: dalla vostra alleanza i vostri mariti-fratelli non hanno nulla da temere... Noi però avremmo una richiesta in più: non basta ridere bonariamente del marchio di famiglia dei mariti, occorre trovare – appassionatamente! – quanto bene hanno ricevuto dalla loro famiglia! E magari dichiararsi fortunate. Questo “trovare il bene” di solito lo moltiplica. Evviva!

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