«Implementare la campagna vaccinale», anche con la disponibilità di ambienti offerti dalle diocesi, «sostenere il sistema economico per evitare che la crisi si aggravi con ulteriori ricadute sull’occupazione e, in definitiva, sui redditi familiari», vigilando sul rischio del «welfare criminale» dei prestiti usurai offerti dalla criminalità organizzata, e incoraggiare il mondo della scuola, dove la didattica a distanza «si è certo rivelata una risposta alternativa alla chiusura degli Istituti», ma non può sostituire il «bisogno di relazione umana ed educativa» dei ragazzi e rischia di amplificare le diseguaglianze e, come avrebbe detto don Milani, diventare «un ospedale che cura i sani e respinge i malati». Sono gli auspici che il cardinale Gualtiero Bassetti ha indirizzato a nome di tutti i vescovi al nuovo Governo di Mario Draghi.
Economia, Dad, famiglie: la Chiesa chiede alla politica impegno
«Al nuovo Governo, che può contare su un’ampia maggioranza in Parlamento, è richiesto in particolare d’implementare la campagna vaccinale e di sostenere il sistema economico per evitare che la crisi si aggravi con ulteriori ricadute sull’occupazione e, in definitiva, sui redditi familiari», ha detto il presidente della Cei aprendo il Consiglio episcopale permanente che si svolge a Roma da oggi a mercoledì. «Il Paese necessita inoltre di segnali incoraggianti verso il mondo della scuola: la didattica a distanza si è certo rivelata una risposta alternativa alla chiusura degli Istituti, ma essa non sostituisce il bisogno di relazione umana ed educativa che la scuola stessa può assicurare ai nostri ragazzi». Il porporato ha espresso «a coloro che reggono ruoli politici e amministrativi a ogni livello, dai sindaci fino alle più alte cariche dello Stato», «gratitudine» e «sostegno», «accompagnati dalla preghiera della comunità cristiana, affinché prevalgano – pur nel rispetto dei differenti ruoli e posizioni – una unità di intenti e una costante ricerca delle risposte più appropriate per far fronte alle necessità dei cittadini e delle famiglie, a partire dalle persone più fragili»
L’arcivescovo di Perugia, egli stesso ricoverato nei mesi scorsi per Covid e ora guarito, ha insistito nella sua introduzione sull’uscita dalla pandemia e sulle sue conseguenze sociali. «Se oggi possiamo scorgere un barlume di luce alla fine del tunnel lo dobbiamo alle possibilità offerte dai vaccini, consapevoli che la vaccinazione, così come è avvenuto per altre malattie nel passato, è la via che consentirà di superare la situazione attuale», ha sottolineato Bassetti, ricordando che «attraverso l’eventualità inserita nel piano vaccinale di utilizzare strutture edilizie delle Chiese che sono in Italia, abbiamo modo di poter fornire un nuovo contributo di carità».
Il cardinale Bassetti ha peraltro sottolineato anche che a causa dell’emergenza sanitaria, e «nonostante l’impegno inesauribile e ininterrotto degli operatori sanitari», la scarsità di risorse umane e materiali «determina un preoccupante rallentamento o dilazione di altre attività ordinarie, come la prevenzione o, in alcuni casi, il trattamento stesso. Una sofferenza nella sofferenza da non dimenticare né sottovalutare, le cui conseguenze – ha detto – vedremo, purtroppo, nei prossimi anni».
Il monito di Bassetti: Impediamo alle mafie di strozzare di famiglie e imprenditori»
Passando alla crisi economica, essa, ha detto il cardinale presidente della Cei, «ha messo in ginocchio molti piccoli imprenditori e altrettante famiglie, rivelandosi terreno fertile per l’espandersi dei tentacoli dell’usura, della criminalità, delle mafie. La crepa in cui s’insinua il grimaldello dell’illegalità è la povertà, e gli elementi che giungono dai nostri osservatori – Caritas e Consulta nazionale antiusura, nello specifico – non lasciano margini di dubbio sulla temibile frattura che ci troviamo di fronte». I dati della Caritas hanno registrato che «nel corso di dodici mesi sono state quasi due milioni le persone supportate, in varie modalità, dai servizi promossi dalle Caritas diocesane e parrocchiali». Da qui l’allarme della Consulta nazionale antiusura, raccolta da Bassetti, di «evitare che, in questa situazione, le mafie si presentino come benefattori tramite un’economia parallela e l’uso del cosiddetto “welfare criminale”, che la malavita è in grado di offrire ai soggetti più fragili. A fronte di famiglie senza reddito e d’imprese con grande fame di liquidità è vitale intervenire tempestivamente con finanziamenti che non gravino sul debito preesistente e aiutino non solo la ripresa ma, prima di tutto, a vivere dignitosamente»
Declino demografico, giovani e diritto all'istruzione: la Cei vuole guardare al futuro
In questo scenario, ha poi detto Bassetti, «condividiamo la preoccupazione per il declino demografico del nostro Paese: occorre creare un quadro economico, sociale e culturale favorevole al rilancio e al sostegno delle famiglie e dei progetti dei giovani».
E soffermandosi sui giovani, il presidente della Conferenza episcopale italiana è tornato su un tema a lui caro, quello della scuola, perché «la pandemia sta incidendo pesantemente sui contesti educativi delle nuove generazioni». Da qui lo sguardo sfaccettato sulla didattica a distanza (DaD), che «è modalità tanto doverosa nel tentativo di contenimento dei contagi, quanto complessa dal punto di vista dell’applicazione. E qui il discorso si lega alla povertà – ha proseguito Bassetti – perché la DaD ha messo in luce il doloroso divario, non solo digitale, che attraversa l’Italia al Nord come al Sud e non permette a tutti i nostri ragazzi di fruire del diritto all’istruzione a parità di condizioni». E’ pertanto «urgente intervenire a sostegno di questi ragazzi, per non rassegnarsi a un’incolmabile disparità: da un lato, coloro che potranno poi contare su una rete familiare sollecita e sulla possibilità, anche economica, di recuperare eventuali lacune; dall’altro, i “sommersi”, tutti coloro che, lasciati soli, si perderanno nelle pieghe della dispersione. Torna attuale – ha detto il porporato toscano – l’insegnamento di don Lorenzo Milani: «Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali. […] Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati».
Il 2021 nella strada indicata da papa Francesco, dal viaggio in Iraq all'anno della famiglia Amoris Laetitia
Nel suo discorso introduttivo il cardinal Bassetti è partito dalla figura del Papa. Nel suo recente viaggio in Iraq, «muovendosi in mezzo alle rovine materiali, Francesco ha cercato soprattutto di curare le ferite spirituali: proprio lì ha posto gesti e ha pronunciato parole di pace e di speranza per il futuro. Tutto ciò – ha chiosato il cardinale – ha tanto da insegnare anche a noi, chiamati oggi in Italia a dare un contributo fattivo di comunione, collaborazione e fiducia nell’avvenire». Inoltre il 19 marzo è iniziato un anno speciale dedicato all’enciclica sulla famiglia Amoris Laetitia, a cinque anni dalla sua pubblicazione, per favorirne la recezione e l’applicazione: nella pandemia, ha detto Bassetti, «quante comunità domestiche, intessute di amore sincero e generoso, continuano a essere fonte di gioia pur nelle prove e nelle difficoltà! Sono la bellezza e la gratuità dell’amore che riescono ad abbattere le barriere e a liberare il cuore oltre gli ostacoli del momento presente».
L’arcivescovo di Perugia ha poi ricordato che in Siria è in corso una guerra che va avanti da 10 anni: «Alla Chiesa siriana assicuriamo la nostra vicinanza e solidarietà», ha detto, aggiungendo l’auspicio che «il progetto di un’ulteriore tappa nel cammino di condivisione tra le Chiese e i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo possa tenersi a breve, seguendo la visione profetica dei “Dialoghi mediterranei” di Giorgio La Pira».
Chiese e parrocchie, l'impatto della pandemia
Infine, nel concludere il discorso Bassetti ha rivolto la sua attenzione alle questioni ecclesiali, rilevando un «momento pastorale complicato per le nostre Chiese, le nostre parrocchie», a causa della pandemia, dove «la fatica di tanti – parroci, catechisti, educatori, operatori pastorali – è evidente», e concludendo con un accenno al Sinodo nazionale italiano sollecitato da papa Francesco: «Il processo sinodale diventa, dunque, opportunità per essere insieme, fare insieme e camminare insieme con il Risorto. Quali sono le attese delle persone per il futuro? Quali sono le nostre attese, le attese delle nostre Chiese, del Santo Popolo di Dio? Sono le domande che ci devono guidare per non mancare un altro passaggio, forse decisivo, con la storia». Si tratta, ha detto il presidente Cei, di «mantenere l’unità nella diversità o di “conservare l’unità dello spirito nel vincolo della pace”» e di «”prendere decisioni insieme” in modo condiviso, assembleare», insieme innanzitutto, ha detto il presidente Cei, al Risorto. «E’qui il segreto della sinodalità: l’intreccio tra basso e alto, centro e periferia. Il futuro delle nostre Chiese passa da questo movimento continuo e dinamico. Nel suo dipanarsi diventa esso stesso comunità che annuncia, celebra e tesse la rete della fraternità».