Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Foto Ansa. In alto: l'aula del Senato durante l'esame del ddl Cirinnà sulle unioni civili, mercoledì 10 febbraio 2016. Foto Ansa.
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ha chiesto questa sera venerdì 11 febbraio il voto segreto sul decreto legge Cirinnà sulle Unioni civili in discussione tra polemiche e bagarre al Senato: «Ci auguriamo che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto». Il cardinale ha parlato a margine della Messa celebrata a Genova per la giornata del Malato, commentando l'iter del ddl Cirinnà.
Il presidente del Senato, Pietro Grasso. Foto Ansa.
Il Governo ha subito risposto, attraverso il Sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti (Pd): «Le esortazioni sono giuste e condivisibili, ma come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del Senato. Non il presidente della Cei». Le parole del presidente della Cei hanno suscitato immediate reazioni soprattutto nel Pd. Il deputato Edo Patriarca, dei cattolici dem ha ammonito: “Basta con le contrapposizioni, la Chiesa e il cardinale Bagnasco hanno il diritto di esprimere la propria posizione”. Patriarca ha poi aggiunto che “il confronto nasce solo se ognuno può esprimere la propria opinione, solo così avremo leggi che non provocano strappi”. Anche l’onorevole Ernesto Preziosi, cattolico del Pd, promotore dell'appello di 40 deputati del Pd per lo stralcio della stepchild adoption dal ddl Cirinnà sulle unioni civili, si è schierato con Bagnasco: «Ha ragione: la libertà di coscienza non è un optional ed è garantita dalla Costituzionale ai parlamentari, specie su temi delicati. Spero che sia rispettata e che anzi si faccia ogni sforzo per raggiungere una posizione ampiamente condivisa». Ma la polemica nel Pd non tende a raffreddarsi. Il senatore Sergio Lo Giudice, tra i principali sostenitori del ddl sulle unioni civili spiega che «i vertici della Chiesa hanno tutto il diritto di intervenire del dibattito pubblico ed esprimere una posizioni sui contenuti” delle leggi ma “intervenire sul calendario e sulle procedure di voto merita a pieno titolo la patente di un'ingerenza negli affari dello Stato che non dovrebbe competere alla Conferenza episcopale».