II cardinale Scola ha
denunciato che l’emergenza
casa ha assunto
aspetti rischiosi come le
occupazioni abusive, e ha
auspicato che il Governo
trovi le soluzioni necessarie.
Il cardinale, forse, non
s’è ancora reso conto che,
prima o poi, il problema
sarebbe esploso, dopo che
clero e giornali cattolici per
anni hanno incoraggiato
l’accoglienza di immigrati
e rifugiati. È facile esortare
all’accoglienza e poi
lasciare che siano i Governi
a sbrigarsela.
GIULIO M.
A dire il vero, spesso è la
Chiesa a farsi carico di tante
necessità, e non solo nei confronti
degli stranieri, supplendo
all’inefficienza delle
istituzioni, che brillano per
latitanza. Il cardinale Scola
che tu, caro Giulio, chiami in
causa come fosse uno sprovveduto,
è lo stesso che di recente
ha messo all’asta beni
personali per aiutare famiglie
bisognose o persone che
hanno perso il lavoro. E non è
il solo caso, basti pensare alle
Caritas o, sempre a Milano,
alla Casa della carità di don
Colmegna. Se questi esempi
fossero seguiti da tanti altri,
credenti e non credenti, forse
il mondo sarebbe meno
conflittuale e ci sarebbe più
speranza per i giovani. D’altronde,
come ricorda papa
Francesco, «il sudario non
ha le tasche», non possiamo
portarci i beni nell’aldilà.
Meglio condividerli.