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venerdì 18 aprile 2025
 
VERSO NATALE
 

«Cristo non sopporta ipocrisie»

16/12/2014  Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, celebra la Messa di Natale nella sede della Società San Paolo, a Milano, ed elogia la «vocazione familiare» che, ricorda il cardinale, «è centrale nell’apostolato della famiglia Paolina e dà il nome alla principale rivista del gruppo».

«Per me è molto più grande e ammirevole oggi una vocazione familiare, anche nella sua normalità. Pensiamo alla scansione delle giornate di un genitore con le ore che sgocciolano via sempre nella stessa maniera, con la fatica di un lavoro -  quando c’è - non soddisfacente che farebbe venire il desiderio di scappare via o con un figlio ribelle come quello descritto da Gesù nella parabola del Vangelo di oggi». Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, celebra la Messa di Natale nella sede della società San Paolo, a Milano, ed elogia la «vocazione familiare» che, ricorda il cardinale, «è centrale nell’apostolato della famiglia Paolina e dà il nome alla principale rivista del gruppo».  

Con questa sua parola, spiega il cardinale, «Cristo ci permette di portare non solo il respiro del mondo e della Chiesa ma anche quello della famiglia e delle vostre famiglie perché il prossimo Natale abbia ad avere una presenza di calore e di sostegno da parte di Dio». Il Vangelo del giorno racconta la parabola dei due figli che vengono inviati dal padre a lavorare nei campi: uno dice di sì ma non va; l’altro dice di non averne voglia ma alla fine va. «Con questa parabola molto semplice», dice Ravasi, «Gesù non condanna, non lo fa mai, ma ciò che non sopporta è l’ipocrisia ben simboleggiata da quel figlio che si dimostra obbediente ma poi fa quello che vuole. Tutto il contrario del fratello che è  ruvido, ribelle, sicuramente un po’ scontroso ma che alla fine va nei campi a lavorare». Poi prosegue: «Questa parabola  permette a Gesù di lanciare una staffilata contro l’ipocrisia affermando che i pubblicani e le prostitute passeranno avanti a tutti a nel regno dei cieli».

Poi cita il cardinale inglese Henri John Newman, convertito dall’anglicanesimo e beatificato da Benedetto XVI, facendo proprio il suo augurio: «Benedizione e gioia da parte di Dio a tutti coloro che senza essere sperati, senza essere attesi e senza essere conosciuti sono oggi qui venuti».

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