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lunedì 07 ottobre 2024
 
 

Il Cavaliere impannellato

02/09/2013  Berlusconi firma in blocco i dodici referendum dei radicali, compreso quello sul divorzio, sulle droghe leggere e sulla riduzione dell'Otto per mille, che taglia i fondi a disposizione della Chiesa italiana per le opere di carità. Con buona pace dei valori cattolici spesso sbandierati da molti colonnelli del Pdl e dallo stesso leader. Esercizio di democrazia o compiacenza verso il leader dei radicali?

Il Pdl è un partito laico e non certo confessionale, ma ha sempre rivendicato la presenza di cattolici al suo interno, a cominciare dal fondatore Silvio Berlusconi. Ma ancora una volta la confusione è alta sotto il cielo di Arcore. Lo zampino ce lo hanno messo i radicali, sempre lestissimi a sfruttare qualunque rendita di posizione capiti loro a tiro, con splendidi risultati (hanno persino un ministro degli Esteri nel Governo, pur riscuotendo, se lo riscuotono, uno zero virgola a livello nazionale). Sabato 31 agosto il Cavaliere si è presentato al banchetto romano dei radicali e ha firmato tutti e dodici i referendum accanto a un Pannella ringalluzzito e festante come un Pasqua. Senza distinguere. Senza discernere il grano dal loglio.

E’ un suo diritto, ovviamente, ma il pacchetto completo dei referendum, accanto a quesiti ovviamente condivisibili anche per un credente (l’abolizione dell’ergastolo, l’abolizione delle norme che ostacolano il soggiorno e il lavoro degli immigrati) o materia di dibattito (e comunque in linea con la politica del Pdl, come quelli sulla giustizia) ce n’erano anche alcuni molto discutibili, come l’alleggerimento delle misure carcerarie per fatti di lieve entità legati agli stupefacenti, che potrebbe aprire la strada all’antiproibizionismo dell’uso e consumo e soprattutto del commercio delle droghe leggere, (leitmotiv pannelliano). Per non parlare dei quesiti che urtano la suscettibilità cattolica: il sostegno del divorzio breve, (con l’impossibilità di ritornare e ponderare su scelte sempre drammatiche e sofferte, che coinvolgono spesso anche la vita dei figli) e la scure anticlericale, specialità radicale, della modifica dell’8 per mille. Il quesito radicale infatti vorrebbe assegnare solo allo Stato la parte su cui i contribuenti non si pronunciano. In barba all'attuale sistema, che ripartisce la quota dell'8 per mille di chi non ha firmato tra le varie confessioni religiose e lo Stato in proporzione alle firme ricevute. Come si fa con la ripartizione dei seggi alle elezioni dei Paesi democratici: chi va alle urne decide anche per chi non ci è andato o ha votato bianca o nulla. Un principio sancito dai tempi di Pericle. 

Ovvio che, vista la situazione, al Cavaliere interessassero i referendum sulla giustizia, in particolare quello sulla responsabilità civile dei magistrati e sulla custodia cautelare preventiva, ma l’aver ingurgitato la solita polpetta avvelenata pannelliana, dovrebbe far riflettere gli elettori cattolici del Pdl. Alle obiezioni di qualche suo colonnello (come quelle dell'ex ministro Giovanardi) ha ribattuto di condividere solo sei dei dodici referendum (quelli sulla giustizia), ma di avr firmato per gli altri sei in nome del diritto di voto da parte  dell'elettore. Una concezione del referendum abrogativo, quanto meno originale, che di fatto porta all'impannellamento del Pdl.                                                           

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