Silvio Berlusconi ha superato le "Forche Caudine" di Camera e Senato incassando una fiducia striminzita che lascia aperti tutti i problemi: l'ipotesi di elezioni anticipate resta al momento la più forte proprio per l'esiguità dei voti incassati alla Camera, ma la spaccatura della nuova formazione di Gianfranco Fini sembra destinata ad allargarsi ed i segnali di pace fra il Governo e l'Udc di Pier Ferdinando Casini, le cui previsioni di voto della vigilia erano più realistiche di quelle di Fini, lasciano aperta la partita.
E la partita resta aperta perché il capo del Governo intravvede la possibilità di continuare a guidare l'esecutivo. Il voto a Montecitorio è arrivato al termine di una mattinata iniziata sotto i buoni auspici per il Presidente del Consiglio che ha incassato la fiducia del Senato dove il voto era scontato alla vigilia. Ma nell'emiciclo di Montecitorio la partita era ancora aperta e le previsioni , dopo la discutibile e a tratti vergognosa campagna di acquisti condotta dagli uomini del Cavaliere, indicavano una situazione di sostanziale parità: vittoria o sconfitta di un voto, se non addirittura il pareggio, 313 a 313. E invece a fare la differenza sono stati proprio alcuni deputati del nuovo partito di Fini. Nell'aula e nelle zone circostanti si sono viste scene da tifo calcistico mai viste prima d'ora. Tifo e scene da stadio comprensibili vista la tensione dopo un mese di attesa per questo voto, ma alcuni episodi hanno fatto francamente riflettere sull'ulteriore caduta di stile di questo Parlamento. Una su tutte: quando i deputati che avevano cambiato campo venivano accompagnati in una saletta accanto l'Aula di aontecitorio dove Berlusconi si era appartato in attesa dell'esito finale: omaggio al nuovo Capo e ringraziamento.
Ogni nuovo acquisto veniva accompagnato da un deputato del Pdl diverso che segnalava così il proprio contributo al nuovo arrivo. Ora la parola torna alla politica. Due voti non bastano a governare, ma il pallino torna in mano a Berlusconi sia che voglia andare alle urne come vuole Bossi, sia che voglia imbarcare Casini e l'Udc, che già dalla vigilia hanno dato chiara mostra di non voler essere travolti da un eventuale voto negativo; sia che voglia guadagnare altri deputati dello schieramento finiano approfittando dello smottamento di oggi.
Una circostanza appare in ogni caso chiara: se l'arrivo di nuovi soci di maggioranza, Casini in testa, non muterà l'asse Berlusconi-Bossi su cui si sono retti i governi di centrodestra e di cui Fini e lo stesso leader dell'Udc hanno finito per fare i comprimari, la legislatura proseguirà. Se invece Berlusconi dovesse cedere troppo ai nuovi arrivi per continuare a governare, sarà lo stesso Bossi a virare verso altre direzioni.