Il cavallo maculato è una specie realmente esistita o
semplicemente è il frutto dell'immaginazione degli uomini primitivi? Di sicuro,
per ora, ci sono rappresentazioni risalenti a 25.000 anni sulle pareti di
alcune grotte sparse per l'Europa che ritraggono questa specie in modo
dettagliato in mezzo a rinoceronti e gatti selvatici, quasi a segnalarne
l'esistenza come un elemento comune. Oggi, un nuovo studio sul Dna dei
cavalli preistorici potrebbe dimostrare
come questi animali abbiamo abitato le lande desolate della vecchia Europa.
Perciò, gli antichi graffitari che li avevano ritratti stavano veramente
riproducendo ciò che vedevano.
Gli archeologi hanno trovato in tutta Europa più di 100
grotte con dipinti raffiguranti circa 4.000 animali, la maggior parte dei quali
concentrati nel Sud della Francia e nel Nord della Spagna. In circa un terzo di
queste grotte sono state rintracciate raffigurazioni di cavalli marroni o neri
in tutto e per tutto simili a quelli che esistono ancora oggi. Inoltre sono
stati trovati, in un numero inferiore di grotte dipinti di cavalli bianchi a
pois neri (a molti tornerà in mente Zietto, il cavallo di Pippi Calzelunghe). Fino ad oggi si pensava che fosse apparso più
tardi e che gli uomini preistorici non lo conoscessero. Uno studio iniziato nel
2009 sul Dna delle ossa di circa 90 cavalli preistorici, datati dai 12.000 ai
1.000 anni fa, ha dimostrato l'esistenza di esemplari con il mantello nero e
marrone. Nessuna traccia genetica, invece, del cavallo maculato.
Il nuovo documento, pubblicato su "Proceedings of the
national academy of sciences”, invece, confermerebbe l'esistenza del cavallo
maculato già ai tempi dei dipinti sulle
pareti delle grotte. I ricercatori, guidati dai genetisti Arne Ludwig del
“Leibniz institute for zoo and wildlife research” di Berlino e Michael
Hofreiter dell'università di York nel Regno Unito hanno analizzato i Dna di 31
esemplari di cavalli preistorici vissuti tra la Siberia e l'Europa occidentale,
datandoli tra 20.000 e 2.200 anni fa. Diciotto di questi erano marroni e 7
neri, di cui 6 avevano una variante genetica chiamata LP, che corrisponde al
cavallo maculato arrivato ai giorni nostri. Dei dieci cavalli dell'Europa
occidentale la cui datazione è risalente a circa 14.000 anni fa, ben 4 avevano
il marker genetico LP. Il cavallo a pois non sarebbe stata una specie così rara
all'epoca a cui risalgono i dipinti nelle grotte.
Sul perché questa specie sia diventata rara dopo
che fino a 14.000 anni fa era tanto diffusa bisogna ancora da fare chiarezza: i
ricercatori fanno notare che oggi alcuni cavalli con due copie del gene LP
soffrono di cecità notturna, patologia che
per i loro antenati preistorici sarebbe stata letale trasformandoli in vittime
facili per i predatori.