L’aumento esponenziale della popolazione mondiale porterà all’implosione dell’umanità. Mi pare in contrasto con la frase «Siate fecondi e riempite la terra». Forse non dovremmo preoccuparci della natalità italiana che sfiora lo zero, ma dell’esatto contrario.
ANDREA B.
La preoccupazione per la denatalità nei Paesi cosiddetti avanzati non coinvolge solo i credenti, ma in genere gli osservatori laici del fenomeno demografico. Due considerazioni si impongono. La prima concerne il progressivo invecchiamento delle nostre società, che comporta un sempre maggiore arretramento della nostra cultura occidentale, che è un valore da non perdere o dissipare con leggerezza. Paesi del Nord Europa, per alcuni più avanti del nostro quanto a economia e tecnologia, incoraggiano la natalità, con strumenti di supporto sociale che vengono in aiuto, non retorico, alla vita delle giovani coppie.
La seconda considerazione riguarda un’equa distribuzione nel pianeta (villaggio globale) della popolazione da un lato e delle risorse dall’altro. Accanto a concentrazioni, a rischio di implosione, di persone e di ricchezze, ci sono luoghi e società che mancano delle une e delle altre. In tal senso si dovrebbe muovere la politica delle organizzazioni internazionali. La pandemia ha acuito sia il fenomeno della denatalizzazione, sia quello delle povertà. Speriamo di uscirne con rinnovato impulso a superare entrambe queste nefaste conseguenze della tragedia che stiamo vivendo