Nel 1988 Ron presentò a Sanremo una delle sue canzoni più belle, Il mondo avrà una grande anima, in cui cantava: «La vita è come un lampo che nella notte illumina gli alberi in fila. Il nostro cuore è un motore un po’ stanco, ma siamo arrivati al Duemila. E non dovremo far finta di vivere, perché vivere sarà ancora possibile». A volte, come in questo caso, la canzone in tre minuti riesce a toccare il cuore e a far sentire bene chi la ascolta come nessun’altra forma d’arte. Ed è proprio questo l’obiettivo di Cantacielo, il primo Festival della canzone dell’anima. Per partecipare c’è tempo fino al 31 luglio. Il regolamento è scaricabile sul sito https://cantacielo.it/regolamento/
Le candidature sono aperte a qualsiasi fascia d’età, a singoli e a gruppi. Le canzoni possono appartenere a qualsiasi genere musicale e devono essere inedite. Dopo la selezione, le fasi finali del concorso si svolgeranno a Roma e saranno trasmesse dalla Rai. Ideato da un gruppo di professionisti di grande esperienza nel campo della discografia e della musica dal vivo, con la collaborazione del Gruppo editoriale San Paolo, Cantacielo si propone di dare la possibilità ad artisti di far conoscere il loro talento attraverso composizioni che abbiano al centro la dimensione spirituale. Questo non significa affatto che le canzoni debbano necessariamente avere, come spiega il sacerdote paolino don Giuseppe Berardi, una connotazione religiosa: «L’anima ha mille sfumature e quindi le canzoni possono affrontare tanti temi come la pace, la solidarietà, la positività nei confronti della vita, al di là di ogni ideologia e di ogni fede religiosa. Quindi, saranno ben accolte anche canzoni di altre confessioni religiose, oltre a quella cristiana». Il sottotitolo del concorso, “Rinascere insieme”, indica invece, continua don Berardi «il desiderio di esprimere, attraverso la musica, la volontà di riscoprire le relazioni, la voglia di stareinsieme che due anni di pandemia ci ha costretto a sacrificare».
Grande attenzione ai testi dunque, ma questo non significa che la dimensione musicale sarà trascurata. Anche perché buona parte della musica di cantanti e band di ispirazione cristiana fatica a raggiungere il grande pubblico perché è rimasta ancorata a stilemi pop e rock superati o comunque molto distanti dal gusto delle giovani generazioni. Da questo punto di vista, spiega Romano Musumarra, compositore e produttore che ha collaborato con artisti del calibro di Ray Charles, Luciano Pavarotti, Mango e Fiorella Mannoia e che fa parte del comitato di selezione di Cantacielo, «l’impostazione di questo Festival è opposta a quella dei talent show che puntano sulla ricerca della voce e del personaggio. A noi invece interessa la qualità della composizione, dell’insieme tra testo e musica. Per intenderci, tra un candidato che si presenta bene e ha una bella voce e un altro invece che propone una canzone originale ma con un’interpretazione un po’ stentata, noi privilegeremo quest’ultimo. E poi gli daremo una mano per migliorare la sua esecuzione. Sui generi, poi, non abbiamo preclusioni, anche nei confronti del rap. In questo momento, ci sono tanti bravissimi interpreti, ma mancano le belle canzoni, e io sono sicuro che in Italia ci sono tanti giovani autori in attesa di essere scoperti e valorizzati». Anche Gianni Marsili fa parte del comitato di selezione: già produttore e manager di artisti come Riccardo Cocciante e Gianni Morandi, ha organizzato concerti come quello di Franco Battiato per la Fao alla Sala Nervi alla presenza di Giovanni Paolo II ed eventi come “Lungo Tevere Roma” che si svolge sotto le arcate del ponte Cestio. Un luogo assai suggestivo che unisce Trastevere all’Isola Tiberina, in cui grazie alla pavimentazione di parte della banchina, quando vi viene allestito un palco, da lontano si ha quasi l’impressione che galleggi sul Tevere.
Insomma, uno scenario perfetto per ospitare le fasi finali del Cantacielo. «Potremo ospitare 200-250 persone », spiega Marsili, «e lo spettacolo sarà ripreso e trasmesso dalla Rai. Sui conduttori sono ancora in corso delle trattative con l’azienda: posso solo dire che saranno un uomo e una donna». Così come saranno un uomo e una donna a interpretare la sigla del Cantacielo composta dal maestro Musumarra. «Intanto ho iniziato ad ascoltare i primi cantanti che si sono iscritti», aggiunge Marsili, «e il livello mi sembra già molto buono».